Lo sguardo ancora vispo e il carattere di un fanciullo. Monsignor Hilary Franco, 90 anni compiuti da poco, ha presentato il suo ultimo libro Six Popes: A Son of the Church Remembers all’Istituto Italiano di Cultura a Park Avenue. Ad accoglierlo, il direttore Fabio Finotti che ha commentato: “Lo spirito di Franco, arguto e simpatico, si riflette in questa lettura piacevole e leggera”.
Attraverso le domande del direttore, Monsignor Franco, che lavora ancora come Consigliere presso la Missione Permanente di Osservazione della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha ripercorso alcuni degli episodi più importanti della sua vita: dall’infanzia italoamericana a Belmont, nel Bronx, al trasferimento a Staten Island, quando la madre, di origine calabrese, lo obbligava a parlare in italiano. E poi l’esperienza in seminario a Roma, dove ha confermato la sua vocazione a 22 anni.
Fino agli incontri con le figure più influenti del mondo politico e della Chiesa cattolica come assistente speciale dell’arcivescovo Fulton Sheen. Fra questi, anche il presidente Ronald Reagan durante la Guerra Fredda e Santa Madre Teresa. “Ricordo l’ultima volta che ci siamo visti – racconta Franco. – Eravamo qui a New York, il 24 luglio 1997. Mi voleva con lei per una missione in Cina dopo essere stati insieme a Mosca e a San Pietroburgo per aprire delle scuole per i bambini. È morta qualche mese dopo”.
Una carriera che ha attraversato sei pontefici: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco. “Non ho un preferito – ha dichiarato Monsignor Franco. – Ognuno ha delle affinità e dei tratti con cui non vado d’accordo. Ma ci sono stati dati”.
“Ci sarebbero altre storie da raccontare e che non ho scritto in questo libro – ha concluso Monsignor Franco, leggendo un passaggio da Six Popes. – Ma non voglio ammorbare i miei lettori e forse è meglio che non siano scritte”.