All’inizio dell’anno, il deputato repubblicano Anthony D’Esposito aveva lanciato una crociata contro il suo compagno George Santos. “È un bugiardo che danneggia il partito”, affermava l’ex detective del Dipartimento di Polizia di New York (NYPD) chiedendo a gran voce che il parlamentare venisse cacciato dal Congresso per le sue bugie e i suoi raggiri elettorali. Ora, secondo quanto scrive il New York Times, D’Esposito, da fiero paladino dell’onestà, si trova ora a dover giustificare ai suoi stessi compagni di partito e ai suoi elettori la ragione per la quale ha assunto una donna con cui aveva una relazione, e successivamente anche la figlia, come dipendente del suo ufficio distrettuale a Long Island.
La legge elettorale federale non permette ai parlamentari di assumere parenti e amici tra il personale dei propri uffici. Ma il caso D’Esposito, di per sé di ordinario malcostume politico nella contea di Nassau (basti pensare al nepotismo endemico degli uffici dell’ex senatore Alphonse D’Amato), è venuto alla luce perché il marito della donna con cui l’ex detective aveva una relazione ha chiesto e ottenuto il divorzio. Tutte le vicende extraconiugali sono state raccontate in tribunale.
Secondo il New York Times, D’Esposito, che non è sposato, ha una lunga relazione con un’altra donna, madre di tre figli, che ha molti più anni di lui e che il parlamentare presenta come la sua fidanzata. Questo non lo ha fermato dall’intrecciarsi sentimentalmente con la donna che poi è stata assunta come segretaria per uno degli uffici pubblici della contea retribuendola con 3.800 dollari al mese. In seguito anche la figlia è stata posizionata per un impiego part-time con uno stipendio di 2.000 dollari al mese.
NEW @mkraju on the chase
Rep. Anthony D’Esposito, facing scrutiny over reportedly hiring lover and fiance’s daughter, tells CNN: ‘Neither relationship violated any ethics’ pic.twitter.com/T649G1BUii
— haleytalbotcnn (@haleytalbotcnn) September 25, 2024
“Non è stato fatto nulla che non fosse etico”, ha detto al microfono del giornalista di CNN Manu Raju. Poi, in una dichiarazione scritta, ha affermato che l’articolo del quotidiano newyorkese è stato “progettato per distrarre i cittadini di Long Island dal fallimento dei Democratici in materia di sicurezza dei confini, economia e politica estera. La mia vita personale non ha mai interferito con la mia capacità di ottenere risultati per il 4° distretto di New York e ho rispettato i più alti standard etici di condotta personale. Gli elettori meritano di meglio della politica da baraccone del New York Times”.
Insomma, per D’Esposito, che è stato giustizialista con George Santos, il fatto che avesse sul libro paga del suo ufficio elettorale una donna con cui aveva una relazione e la figlia sono accuse per distrarre gli elettori da problemi reali del Paese, sposando la tesi di Santos, che si dichiarava vittima delle accuse lanciate contro di lui dai democratici e, peraltro, ampiamente condannate dallo stesso ex detective. Tra l’altro fra i due non c’è mai stato buon sangue.

Due “vicini di banco” a Long Island: D’Esposito al Quarto Distretto elettorale di New York, Santos al Terzo, che poco si tolleravano. Tanto che l’ex detective, dopo che le fantasiose invenzioni elettorali che il secondo aveva raccontato per farsi eleggere erano state smascherate, era stato il primo tra i parlamentari repubblicani a chiedere la sua espulsione dalla Camera. Una richiesta politicamente incauta perché, dopo l’estromissione di Santos, ci sono state le elezioni speciali per il seggio che si era liberato e sono state vinte dal democratico Tom Suozzi.
Un segnale ben chiaro dell’umore dell’elettorato, che ha fatto venire i brividi ai parlamentari repubblicani dell’immediata periferia newyorkese: la fiammata populista anti-Biden che li aveva portati alla Camera si sta estinguendo. D’Esposito, che due anni fa aveva battuto per una manciata di voti la democratica Laura Gillen (di nuovo uno contro l’altra a Novembre), si è allineato con l’ala più conservatrice dei repubblicani e ha ottenuto l’endorsment di Trump. Un appoggio politico che lo ha portato a essere tra gli organizzatori del comizio che l’ex presidente ha tenuto pochi giorni fa al Nassau Coliseum di Uniondale.
Ora il suo seggio è al primo posto nella classifica dei distretti “traballanti”, che a novembre potrebbero essere conquistati dai democratici.
Lo speaker della Camera Mike Johnson per ora lo sostiene. Ha detto che non ha ancora parlato con lui e di non conoscere i dettagli delle accuse.
Il capogruppo repubblicano della Camera, Tom Emmer, quando CNN gli chiesto se sia il caso di aprire una indagine etica su D’Esposito, si è messo a parlare del disegno di legge per evitare lo sthutdown federale.