Una donna newyorkese di colore ha intentato una causa di 2 milioni di dollari alla squadra di baseball New York Mets dopo che le era stato impedito di entrare allo stadio Citi Field di Queens con un cappello che riportava la scritta “Make America Great Again”.
Lo slogan, sintetizzato in MAGA, viene tuttora utilizzato nella campagna elettorale presidenziale repubblicana, dopo che l’ex Presidente Donald Trump lo aveva reso popolare nel 2016.
L’evento, accaduto il 14 agosto durante l’incontro dei Mets con gli Oakland Athletics, è stato reso noto soltanto dopo che la querelante, Aura Moody, ha accusato l’organizzazione di “discriminazione razziale e ritorsione politica” con relativo “danno alla reputazione”.
Moody si era recata allo stadio con diversi membri del Queens Village Republican Club, ma le era stato vietato l’ingresso a causa dell’accessorio ritenuto troppo politico che aveva dovuto riportare in macchina.
La sorpresa però è stata grande quando, una volta raggiunto il suo posto, ha notato che altre persone bianche che facevano parte del solito gruppo erano entrate con indumenti che riportavano il contestato slogan.
I Mets una volta saputo dell’accaduto hanno dichiarato che si è trattato di un malinteso e che il responsabile della sicurezza si era “sbagliato sulla politica adottata per l’abbigliamento”.
Un episodio analogo era capitato anche alcuni giorni fa allo State Farm Stadium di Glendale in Arizona, dove giocavano gli Arizona Cardinals. La squadra di football, che si batteva contro i Los Angeles Rams, è stata costretta a scusarsi con una donna dopo che le era stato chiesto di togliersi il cappello MAGA.
“In un incidente isolato durante l’incontro, un addetto dell’impianto sportivo ha frainteso le regole sugli oggetti proibiti”, ha dichiarato il club in una nota, “nella maggior parte di questi luoghi, non sono consentiti manifesti, bandiere, segnaletica o display di natura politica. In futuro cercheremo di fare maggiore chiarezza”.