Nomi, storie, si susseguono uno dopo l’altro. Sono 2,977 le vittime dell’attentato alle Torri Gemelle, di cui oggi si celebra il 23esimo anniversario, che vengono elencati dai parenti e amici ai microfoni allestiti fra le due piscine al World Trade Center di New York.
L’area è recintata e chiusa al pubblico, solo ai parenti delle vittime e alle autorità è consentito l’accesso. Fra queste, a sorpresa, anche il presidente Joe Biden e la sua vice Kamala Harris e l’ex presidente Donald Trump e il suo compagno di ticket JD Vance sono comparsi fra la folla per commemorare le vittime. Solo poche ora fa, i due candidati alle presidenziali del 5 novembre si sono stretti la mano per la prima volta e hanno concluso il primo dibattito ufficiale. Questa mattina, di nuovo, si sono salutati in segno di rispetto abbassando l’ascia di guerra. Questo pomeriggio, invece, voleranno tutti a Shanksville in Pennsylvania e al Pentagono per concludere le cerimonie di anniversario.


In prima fila, ci sono anche, da una parte, il leader democratico della maggioranza del Senato Chuck Schumer, l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg e, dall’altra, vicino a JD Vance, l’ex primo cittadino della Grande Mela e ex consigliere di Trump Rudy Giuliani.
Sono 2,977 le vittime dell’attentato: 2,606 rimasero intrappolate dentro alle Torri Gemelle, 125 erano, invece, al Pentagono, 246 erano a bordo dei quattro aerei che sono stati dirottati e il restante 40 per cento non è ancora stato identificato. Ma sono molte di più le persone che sono state coinvolte. Nel corso del tempo altre 25.000 sono rimaste ferite o hanno subito delle conseguenze – fra tumori ai polmoni per il fumo inalato o bruciature sulla pelle indelebili e il trauma di un attacco di questa portata. Soprattutto i parenti che hanno affrontato la perdita dei loro cari. Senza contare i militari americani – 15.000 circa – che sono stati disposti in Afghanistan e in Iraq e hanno perso la vita alla ricerca dei leader di Al-Qaida.