Dove vanno a finire tutti i prodotti illegali a base di cannabis sequestrati? Deve esserselo chiesto anche il sindaco di New York, Eric Adams, che ieri si è recato a Long Island per visitare l’inceneritore incaricato della loro distruzione.
La lotta del primo cittadino, che afferma di aver fatto ispezionare tutti i negozi sospetti presenti in città, di averne fatti chiudere un migliaio, nonché aver sequestrato quattro tonnellate di prodotti illeciti, è tutt’altro che terminata.
Adams si è introdotto con frenesia nella struttura e ha azionato personalmente una gru che tramite un artiglio sollevava sacchi pieni di merce non autorizzata e li ha lasciati cadere in un apposito contenitore per l’incenerimento.

La distruzione rappresenta l’atto conclusivo dell’operazione nota come “Padlock to Protect”, sferrata circa quattro mesi fa ai negozi illegali di cannabis e ha dimostrato di essere una risposta efficace alla loro proliferazione nei cinque distretti.
“Non vogliamo sia riciclato nelle comunità”, ha sottolineato Adams. “Se questo materiale lo porti in una discarica, apri davvero la porta a coloro che cercano di salvare tutto ciò che possono. L’obiettivo è la distruzione completa del prodotto e non solo quello di scaricarlo da qualche altra parte”.
I funzionari dell’impianto di Westbury hanno assicurato che un avanzato sistema di filtraggio impedirà il rilascio di fumi o odori tossici nelle aree circostanti.
Anthony Miranda sceriffo della Grande Mela a capo della task force impegnata nelle repressione ha affermato: “Abbiamo visitato oltre 4000 negozi alcuni di loro desistono, non seguono le regole e dobbiamo ritornare una seconda volta, altri hanno citato in giudizio la città per non aver concesso un giusto processo, ci sono ancora indagini in corso, ma noi andremo avanti”.
