La lotta ai negozi illegali di cannabis nella Grande Mela si intensifica. In una conferenza tenutasi questa mattina al John Jay College of Criminal Justice di New York, il sindaco Eric Adams e la governatrice Kathy Hochul hanno illustrato lo sforzo messo in campo per far rispettare le regole nel settore.
L’”Operazione Padlock to Protect”, partita nelle scorse settimane, ha visto già la chiusura di 75 attività nei cinque distretti. Attraverso 150 ispezioni sono inoltre stati emessi 370 avvisi di violazioni per oltre 5,9 milioni di dollari.
“La nostra amministrazione mantiene la promessa fatta – ha dichiarato il sindaco Adams. – Chiudere i negozi di fumo e cannabis senza licenza e proteggere i nostri giovani sono la nostra priorità. Grazie alla governatrice Hochul e ai nostri partner ora useremo tutti i mezzi per contrastare l’illegalità. La legalizzazione della marijuana rimane la scelta giusta per la nostra città, ma dobbiamo comunque fare un passo indietro”.

L’azione di contrasto coordinata dalla Joint Compliance Task Force dello sceriffo della Grande Mela, composta da membri dell’ufficio dello sceriffo, del dipartimento di polizia di New York City (NYPD) e del New York City Department of Consumer and Worker Protection (DCWP), è stata messa in campo per collaborare in maniera più capillare con le autorità locali e completare velocemente le ispezioni sulle imprese.
“Se usata in modo corretto la cannabis possiede molti benefici – ha aggiunto Adams. – Senza considerare i suoi effetti terapeutici, il 5% delle licenze erano state rilasciate ai richiedenti proprio per questo scopo”.
Per identificarsi come negozi autorizzati e legali, le aziende dovranno ora esporre un adesivo rilasciato dal governo che indichi che si tratta di un dispensario autorizzato e includere un codice a barre che i clienti possono scansionare per verificare lo stato di licenza del negozio. L’adesivo deve essere presente nella vetrina anteriore dello stabilimento per soddisfare le linee guida statali.

Tra le violazioni più gravi contestate ci sono la presenza di negozi illegali di cannabis molto vicini alle scuola, ai luoghi di culto o alle strutture pubbliche che prevedono l’afflusso di giovani.
La cannabis è stata legalizzata nello Stato tre anni fa e in quel momento furono aperti 132 dispensari. Da una stima, quelli senza licenza pare siano almeno 8000.