Ieri a Clinton Hill, a Brooklyn, in una calda giornata newyorkese gli abitanti del quartiere hanno organizzato una protesta perché, da tempo, sostengono che i rifugi cittadini, che al momento ospitano circa 4000 migranti, fra persone da sole e famiglie, siano inadeguati e che le amministrazioni locali li abbiano trascurati.
I residenti si sono lamentati per le cattive condizioni in cui versa il complesso. Il blocco post-industriale non avrebbe sufficiente spazio, gli approvvigionamenti sarebbero scarsi e i rifiuti verrebbero abbandonati ovunque dagli occupanti.
Anche il procuratore generale dello Stato di New York Letitia James, che vive in zona, si è impegnata a fare “tutto ciò che è nelle sue capacità” per aiutare i concittadini a risolvere la questione e a ridurre le tensioni.
Fra le numerose critiche e accuse rivolte al sindaco della Grande Mela, Eric Adams, vengono riportate soprattutto quelle di aver scaricato i migranti nel quartiere senza occupazioni e di non aver accolto la proposta di ridimensionare la struttura, come proposto in più occasioni.
Gli abitanti del luogo hanno dichiarato di aver organizzato più volte raccolte e donazioni per i rifugiati, in modo da fornire aiuti periodici di alimenti, oltre ai servizi di traduzione.
La consigliera Crystal Hudson ha sottolineato: “La priorità rimane quella di aumentare le risorse in modo che queste persone possano integrarsi più facilmente nella nostra società. Dovranno essere implementati finanziamenti, formazione professionale e il supporto alla salute mentale”.
I rifugi di Clinton Hill registrano la “più grande concentrazione di migranti al di fuori di Randall’s Island” e rappresentano circa un ottavo della popolazione della località, stimata in 28.647 residenti, secondo l’analisi del Dipartimento di pianificazione urbana.
La portavoce del municipio Kayla Mamelak si è dimostrata solidale con le preoccupazioni della comunità e ha precisato: “I newyorkesi sono comprensibilmente frustrati nel sopportare il peso di questa crisi umanitaria nazionale. Seppure riteniamo che ospitare migliaia di persone in grandi siti non sia idoneo, non abbiamo al momento altre opzioni per assistere i centinaia di migranti che ogni giorno continuano ad arrivare”.