“Riportateli a casa”. È l’unica richiesta che arriva da decine di migliaia di persone che si sono riversate per la Fifth Avenue a Manhattan – dalla 62nd Street alla 74th Street – in occasione della Parata per Israele, che al posto del titolo originale, “Celebrate Israel”, quest’anno è stato rinominata “Israel Day on Fifth”. Secondo gli organizzatori, l’atmosfera esuberante che caratterizza i partecipanti sarebbe stata soffocata visti la situazione, gli ostaggi trattenuti a Gaza e gli attacchi di antisemitismo in tutto il mondo.
Più che le altre volte l’area è stata messa sotto ferreo controllo. La Fifth Avenue è stata recintata. L’accesso alla Parata è stato ridotto a qualche passaggio e a scanner e metal detector. Vietati zainetti e bottiglie di acqua chiuse. Sono stati disposti centinaia di agenti del Dipartimento di polizia di New York, oltre a droni, unità K9, pattuglie in bicicletta, pronti a intervenire nel caso la situazione si fosse scaldata.
All’evento, insieme agli ex prigionieri, ai feriti dell’IDF, ai sopravvissuti dell’attacco del 7 ottobre e alle famiglie delle vittime, hanno sfilato anche il leader della maggioranza in Senato, Chuck Schumer, la governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, il sindaco della città, Eric Adams, e il il rappresentante di Israele all’Eurovision 2024, Eden Golan.
La Parata è stato il primo grande evento ebraico a New York dall’inizio della guerra, anche se ci sono state circa 2.800 proteste, di cui almeno 1.300 sono legate al conflitto.