I resti di Flaco saranno acquisiti dal Museo di Storia Naturale di New York. Le ali e i tessuti, in particolare, non verranno esposti al pubblico, ma messi a disposizione degli studiosi e degli artisti poiché “diventeranno parte delle collezioni scientifiche del museo”, anche per la produzione di materiale didattico, come affermato dalla Wildlife Conservation Society a cui fa capo lo zoo di Central Park da dove proviene il gufo, deceduto lo scorso febbraio dopo essersi schiantato contro un palazzo nell’Upper West Side.
Il gufo, che aveva quasi 14 anni, era scappato da una voliera dello zoo di Manhattan dove si trovava da quando aveva un anno di età. Da allora, era diventato un simbolo di resilienza e libertà per molti newyorkesi che si erano affezionati, ma anche di molti appassionati che lo seguivano armati di binocoli e macchine fotografiche.
Dopo aver ritrovato il suo cadavere, su Flaco è stata anche fatta una autopsia da cui è emerso che a ucciderlo non è stato solo lo schianto, ma anche veleno per topi e virus contratti dalle prede che cacciava e ingeriva.
Secondo gli esperti, i gufi della specie euroasiatica come Flaco possono vivere 40 anni in cattività, ma le aspettative di vita si riducono almeno del 50% se vivono liberi. L’esemplare non si era mai allontanato dalla zona di Central Park dove amava volteggiare, ma l’esposizione a virus e batteri lo ha reso vulnerabile. Adesso i suoi resti verranno donati alla scienza e all’ispirazione artistica.