“La nostra politica è quella di esportare un brand, facendolo diventare uno stile di vita, non solo cibo”. A raccontarlo è Tommaso Brusò, il neo-CEO di Eataly North America, in occasione dell’apertura del nuovo spazio, caffè Vergnano, all’interno del flagship store principale al Flatiron District a New York. “Siamo in grande espansione. La strategia aziendale è allargarci nel mercato Nordamericano”.

Il Gran Caffè si presenta già affollato con prodotti di altissima pasticceria italiana. Spazi ben illuminati, musica di sottofondo per favorire la socialità, ma anche per non disturbare troppo chi decide di fermarsi a Eataly per lavorare sui lunghi tavoli a disposizione.

Seppure sia arrivato soltanto otto mesi fa alla guida dei nove negozi del marchio nelle città di Boston, Chicago, Dallas, Las Vegas, Los Angeles, New York, Toronto, Silicon Valley, Brusò ha le idee chiare e molti progetti da realizzare. “Vogliamo andare oltre ai prodotti. Cerchiamo di far conoscere soprattutto la nostra cultura per il cibo. Abbiamo e scuole che insegnano ai bambini come nascono gli alimenti, abbiamo creato una nostra etichetta, proprio per far apprezzare meglio la stagionalità e il valore del cibo a chilometro zero”.

Il manager sottolinea che gli anni di esperienza maturati nel settore della moda da cui proviene lo hanno aiutato e stanno aiutando molto. Alla fine dice: “Anche l’enogastronomia è un’eccellenze italiana”. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, commenta che “i due settori non sono poi tanto diversi”.
“Oggi sarà una giornata di festa”, conclude Brusò. Diciotto ore di eventi ininterrotti per la campagna Eataly Loves NYC, fra degustazioni, yoga, installazioni artistiche e DJ set. “Grazie ai nostri partner sono previsti assaggi dei prodotti del nostro store, ma anche intrattenimento e musica, e per l’occasione rimarremo aperti fino a mezzanotte”.

Una cuoca è intenta a preparare la pasta, con abile manualità: la solleva, la spiana, la rende sottilissima. Dalle cucine pentole fumanti e un odore che riporta ai pranzi della domenica italiana, di recente celebrata anche dal New York Times.

Antonio Giordano, chef responsabile del ristorante di Eataly, passa in rassegna i prodotti, si muove veloce fra uno stand e l’altro. Poi si ferma per rivendicare le sue origini: “Vengo da Salerno e, dopo aver lavorato molti anni in California, sono arrivato a New York. Un mercato molto diverso, ma stimolante, dove la clientela è differenziata ma allo stesso tempo unita nella ricerca della nostra tradizione culinaria”.

Eataly è stata fondata nel 2003 da Oscar Farinetti ha aperto la sua prima sede a Torino, in Italia nel 2007. Mentre negli Stati Uniti il brand è arrivato nel 2010. Ora ci sono 50 negozi in tutto il mondo. L’idea era semplice: riunire sotto lo stesso tetto cibo di alta qualità a prezzi sostenibili e ragionevoli, celebrare la biodiversità italiana e creare un luogo informale, naturale e semplice dove mangiare, fare acquisti e imparare.
