Dalla Grande Mela alla Grande Buca. Il sindaco di New York, Eric Adams, nella capitale d’Italia per due giorni, oggi è andato con il vicesindaco di Roma e assessore alla mobilità Eugenio Patanè a vedere di persona il cantiere della metropolitana che attraversa il centro della capitale, e la sua foto con l’elmetto in testa già sta provocando battute di ogni tipo.
A scatenare il noto istinto satirico dei romani non è il sindaco newyorchese ma il contrasto fra Roma e la città che non dorme mai, dove la metropolitana – per vecchia e problematica che sia – esiste da 120 anni, mentre a Roma si sta costruendo faticosamente solo la terza linea. Eppure nel traffico caotico della capitale, resta di gran lunga il modo più rapido di muoversi, per chi ha la fortuna di vivere vicino a una delle stazioni.
Perché la metropolitana di Roma è come la proverbiale fabbrica di San Pietro: non finisce mai, per l’ottimo motivo che piantare una vanga nel suolo della Città Eterna significa sempre scontrarsi con qualche reperto archeologico che bisogna indagare, fotografare, catalogare e spesso alla fine ricoprire, tutte operazioni che rallentano i lavori, anche se portano a risultati spettacolari dal punto di vista estetico da quando, con la Metro C, si è deciso di farne un punto di forza. San Giovanni è stata definita una “archeostazione” perché i reperti rinvenuti durante gli scavi sono esposti lungo il percorso delle scale mobili, insomma raccontano la storia antica riemersa proprio grazie al cantiere, e altrettanto accadrà con le future stazioni Colosseo – Fori Imperiali e Porta Metronia.
A funestare i lavori di scavo ci sono anche i cambiamenti politici, che possono portare a modificare appalti e regolamenti. O, a volte, anche qualche indagine della magistratura. La linea B, che conta oggi 26 fermate, nonostante il nome fu la prima ad essere costruita, a partire dagli anni Cinquanta (il progetto risaliva addirittura all’inizio degli anni Quaranta sotto Mussolini). Divenne B solo quando arrivò la seconda linea, detta A, che la interseca ad angolo retto, la cui costruzione richiese la bellezza di 17 anni, fra intoppi e interruzioni (una di 5 anni), dal 1963 al 1980 (eppure speravano fosse pronta per il Giubileo del 1975: l’anno della remissione dei peccati quando milioni di pellegrini cattolici si riversano a Roma; succede ogni 25 anni).
La storia della linea C cominciò… negli anni Novanta, con l’apertura della prima tratta solo nel 2013 (eppure speravano fosse pronta per il Giubileo del 2000). Ha all’attivo 22 stazioni per 19 chilometri di tracciato che collegano la periferia sud est al centro storico di Roma. La parte più sostanziosa, da San Giovanni fino a piazzale Clodio, passa sotto tutto il centro storico (piazza Venezia, piazza Argentina, Vaticano…). I cantieri sono aperti da oltre dieci anni, spesso immobili, muti testimoni delle difficoltà del tessuto archeologico capitolino. Ma con l’arrivo del Giubileo del 2025 ormai alle porte, è chiaro che dureranno ancora a lungo; al momento si lavora alla Stazione Venezia, i cui muri perimetrali raggiungeranno la profondità record di 85 metri dal piano di calpestio.
Adams (che è a Roma per il primo Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana organizzato da un’istituzione vaticana e sabato mattina incontrerà Papa Francesco) è andato al cantiere della fermata Colosseo, sotto il monumento simbolo dell’impero che fu. Già esiste una stazione Colosseo sulla linea B; quella nuova dovrà congiungersi anche alla vicina stazione di piazza Venezia. Sopra e sotto terra, duemila anni di storia torreggiano: i Fori, le colonne, quel che resta della Roma medievale, tutti gli splendori della Roma barocca.
“Sul terreno a Roma sotto il Colosseo” ha scritto Adams su X. “Siamo due città internazionali piene di turisti, visitatori e la popolazione che lavora e ogni giorno le fa funzionare. Condividere le nostre idee e i nostri risultati sulle infrastrutture, il trasporto pubblico e tutto quello che serve a una grande città ci renderà solo più forti”.
I cittadini romani ci sperano.
Il programma di Eric Adams a Roma venerdì comprende anche una visita al sito di rigenerazione urbana di Testaccio, una serie di tavole rotonde con i Premi Nobel per la Pace, un incontro con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, un briefing virtuale con i media per discutere del suo viaggio in Italia, una visita ai Musei Vaticani e alla Cappella Sistina, la partecipazione al discorso di apertura del Cardinale Mauro Gambetti per l’Incontro Mondiale sulla Fraternità Umana e infine la cena dell’Incontro Mondiale sulla Fraternità Umana.