La procuratrice generale di New York, Letitia James ha rilasciato i filmati delle telecamere indossate dagli agenti della NYPD Salvatore Alongi e Matthew Cianfrocco, nell’ambito dell’indagine sull’uccisione di un giovane del Queens, in preda a una crisi di salute mentale, lo scorso 27 marzo.
Era stata la famiglia di Win Rozario, 19 anni, a chiamare gli agenti, poiché il ragazzo, in condizioni di chiara instabilità aveva afferrato una forbice con la quale minacciava i suoi stessi parenti. “Il video che è stato pubblicato chiarisce che Win dovrebbe essere vivo, ma la polizia è venuta qui e lo ha ucciso nella nostra cucina, senza alcuna cura per lui o per noi”, hanno comunicato i genitori ed il fratello diciassettenne del ragazzo ucciso, “lo hanno ammazzato a sangue freddo”.
Poco dopo la morte del diciannovenne, i vertici della polizia newyorkese affermarono che gli agenti non avevano altra scelta se non quella di sparargli, in quanto Rozario si era avventato verso di loro impugnando le forbici.
Inizialmente, i due uomini della NYPD avevano allontanato il giovane con un taser. Subito dopo, la madre aveva cercato di allontanarlo dai poliziotti, strappandogli le forbici dalle mani. A quel punto, gli agenti hanno ordinato alla donna di allontanarsi, bestemmiando ed urlandole contro. La situazione è degenerata rapidamente: in preda alla sua crisi, Win ha ripreso le forbici avventandosi contro i poliziotti.
Nonostante la madre avesse più volte implorato i due di non sparare, uno degli agenti ha aperto il fuoco. Dalle registrazioni delle body-cam, si sente il fratello minore di Rozario che urla: “Non sparate a mia madre!”, con gli uomini della NYPD che rispondono: “Toglila di mezzo!”. Poi, mentre il diciannovenne si avvicina agli agenti, vengono esplosi altri tre colpi. Il ragazzo barcolla, fino a crollare sul pavimento della cucina.
“È passato più di un mese da quando abbiamo perso Win”, hanno dichiarato in settimana i familiari, “e i nostri cuori sono spezzati. Sentiamo la sua assenza ogni giorno”.
Nel frattempo, la NYPD ha affermato che sta collaborando alle indagini: al momento, a Salvatore Alongi e Matthew Cianfrocco è stata revocata la pistola. Il capo pattuglia John Chell, intanto, ha difeso le azioni degli agenti, affermando durante una conferenza stampa che “questo caso era caotico, in rapido movimento, e hanno dovuto difendersi”. Chell ha inoltre dichiarato che entrambi hanno usato i taser, ma non ha specificato se hanno sparato con le loro pistole.