Sono stati in molti, nella sala del Consolato Italiano di New York, ad essere rapiti dal fascino dello spazio. Una realtà lontana raccontata dall’astronauta romano Walter Villadei, arrivato a Park Avenue per offrire una testimonianza diretta della straordinaria esperienza vissuta pochi mesi fa nella missione Axiom-3 Voluntas a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
“Sono stati giorni meravigliosi – ha detto Villadei – è per momenti come questi che vale la pena fare tanti sacrifici. Non mollate mai, perseguite i vostri sogni. Mi rivolgo soprattutto agli italiani: avete davvero tante possibilità per farcela”.

Villadei è da poco rientrato sulla terra dopo aver raggiunto la ISS con un viaggio di 37 ore sul Dragon di SpaceX, partito il 18 gennaio dal Kennedy Space Center della NASA a Cape Canaveral e rientrato a Daytona, in Florida, il 9 febbraio.
Introdotto dal Console Generale Fabrizio Di Michele con l’ausilio di due video che mostravano le attività dell’equipaggio all’interno della navicella spaziale, l’astronauta ha descritto la Terra osservata dalla volta celeste come un avvenimento “straordinariamente profondo”. Villadei ha anche confidato di sentirsi onorato e grato per aver potuto riportare i colori dell’Italia sulla Stazione Spaziale Internazionale.
In dialogo con il giornalista Federico Rampini, Villadei ha poi parlato dei suoi primi contatti con lo spazio. “Era il 12 aprile 1981 e il Columbia venne lanciato con successo nello spazio dal Kennedy Space Center in Florida. Fu un volo storico, avevo solo sei anni ma ricordo ancora molto chiaramente le immagini dell’equipaggio”.
“Da quel momento ho iniziato a appassionarmi alla matematica, alle materie scientifiche e dopo il liceo, aggiunge, mi sono unito all’Aeronautica Militare che lo scorso anno ha compiuto 100 anni”.

Dopo decenni alla guida di aerei militari, nel 2011 Villadei parte per un addestramento a Star City, in Russia. E’ un momento in cui i voli commerciali nello spazio non sono nemmeno presi in considerazione, eppure è proprio lui, dodici anni dopo, a essere scelto con l’equipaggio di Virtute 1 per inaugurare il primo volo suborbitale privato sullo spazioplano di Virgin Galactic.
Esperienza poi ripetuta nel giro di pochi mesi con Axiom Space, l’azienda aerospaziale americana che aspira a gestire la prima stazione spaziale commerciale al mondo.
Villadei parla anche con trasporto della sua famiglia, presente fra il pubblico del Consolato Italiano, e dei momenti che precedono il decollo. Incalzato dalle domande di Rampini, spiega gli effetti della mancanza di gravità, la difficile coordinazione, l’incapacità di orientarsi seppure in uno spazio ristretto.
“Dipende tutto dal cervello, con le decelerazioni e accelerazioni viene ingannato, ma noi siamo addestrati. Ci insegnano a rallentare”.
Non mancano, da parte dell’aviatore, alcuni elogi alla tecnologia italiana, che unita alla visione dell’Aeronautica Militare è riuscita a progredire grazie a uno sforzo nazionale che ha unito l’Agenzia Spaziale Italiana con i settori della scienza, del mondo accademico, dell’industria e della governance.
Un bambino seduto fra i presenti chiede all’astronauta: Come ci si diverte nello spazio? “Ci divertiamo soprattutto a osservare tutto ciò che di fantastico ci circonda”.
A conclusione dell’incontro viene introdotta a sorpresa una torta con una candelina accesa: Walter Villadei compie 50 anni.