Un nuovo ponte fra l’America e la Sicilia grazie a Neos: l’8 giugno partiranno i collegamenti diretti fra New York e Palermo. Si è parlato anche di questo oggi al Consolato di New York dove una delegazione della città siciliana è venuta a commemorare i 400 anni del Festino di Santa Rosalia, patrona della città.

Il Direttore Commerciale di Neos Aldo Sarnataro ha raccontato: “Non avrei mai immaginato di incontrare un’accoglienza del genere a New York. Ho trovato così tante persone entusiaste, interessate alla nuova tratta. Personalmente non ci avrei scommesso, l’Italia non è l’Azerbaigian eppure la nostra proposta è risultata una bella novità”.

Anche l’assessora al Turismo della Regione Sicilia, Elvira Amata, nel suo intervento riferisce di vedere nella nuova tratta una grande opportunità per facilitare gli spostamenti degli americani.
Spiega infatti come negli anni ci sia stato un crescente aumento di turismo nazionale e internazionale verso la Sicilia. Con oltre 980.000 presenze all’anno i turisti statunitensi si sono assestati al terzo posto fra le presenze straniere, preceduti soltanto da tedeschi e francesi.
Il turismo americano, dichiara Amata, è anche il turismo delle radici che spinge a tornare nei luoghi degli antenati a scoprire i territori di appartenenza, a riappropriarsi delle proprie origini attraverso usi, costumi, testimonianze e gastronomia”.
Il comico Sasà Salvaggio presente fra il pubblico in una breve incursione improvvisa un piccolo show: “Per noi siciliani, ma soprattutto per noi palermitani, Santa Rosalia è tutto. Noi gli chiediamo qualsiasi cosa, dai miracoli, al posto di lavoro, ma anche la vincita del Palermo calcio dipende da lei”.
La “Santuzza” come la definiscono i siciliani rappresenta da sempre un simbolo di rinascita e speranza, e sarà in questo anno il fulcro di iniziative e avvenimenti culturali che a partire dal mese prossimo e fino al 2025 animeranno non solo la città ma anche i luoghi circostanti.
Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ci confida: “Grazie al crescente interesse verso la nostra terra, vogliamo spingere le tradizioni oltre i confini, conferirgli un carattere internazionale. Questo almeno è l’obiettivo che ci siamo prefissarti”.

La storia di Santa Rosalia inizia alla corte palermitana dei re Normanni. È in questo raffinato ambiente medievale, profondamente permeato da suggestioni medio-orientali, che incontriamo per la prima volta la figlia di Sinibaldo, signore di Quisquina e delle Rose, e nipote del re Ruggero dal lato materno. La giovane fa parte delle damigelle della regina e nel suo futuro si prospetta un matrimonio degno del suo rango. Una visione alla vigilia delle nozze spinge però Rosalia a ritirarsi in un convento e poco dopo, in cerca di una vita mistica caratterizzata da preghiere e penitenza, decide di andare a vivere in una piccola grotta sul Monte Quisquina, nel feudo di famiglia. Presto si diffonde la voce e gli abitanti locali iniziano a visitare Rosalia, mossi dapprima dalla curiosità e poi, riconoscendo il suo fervore religioso, dalla speranza che la giovane possa includerli nelle sue preghiere e intercedere per loro davanti a Dio. Molti iniziano a considerarla una santa e il numero di persone che chiedono la sua intercessione cresce a tal punto da impedirle di dedicarsi completamente all’adorazione di Dio. Così Rosalia si trasferisce al Monte Pellegrino, la grande montagna che chiude il golfo di Palermo a nord. Alla sua morte, viene beatificata dalla popolazione, ma dovranno passare quattro secoli prima che la Chiesa dia un imprimatur ufficiale.
Nel 1624 la città di Palermo è piegata da una terribile peste. Il popolo si rivolge continuamente ai propri santi patroni e qui interviene Rosalia, che rivela a una donna il luogo dove sono nascoste le sue reliquie mortali. Le reliquie vengono recuperate e portate in città per essere esaminate da una commissione. Passano alcuni mesi, Rosalia si rivela nuovamente, questa volta a un saponiere, che esorta a recarsi dal Cardinale Giannettino Doria per invitarlo a fermare “dispute e dubbi” sulle ossa e a farle portare in processione. In questo modo, al passaggio delle reliquie, la peste cesserà. Quella prima processione miracolosa è stata seguita da molte altre. Rosalia, canonizzata anche dalla Chiesa per il suo intervento a favore dei palermitani è entrata nei cuori dei suoi concittadini.
