“Trump is not above the Low”.Trump non è sopra la legge. È questo lo slogan che apre il corteo degli oppositori del tycoon nelle vicinanze di City Hall Park, a New York, dove hanno sede i palazzi dei tribunali.
Oggi infatti l’ex presidente si è dovuto presentare in aula per la prima udienza che lo vede imputato nel processo relativo al pagamento in nero avvenuto nel 2016, per comprare il silenzio della pornostar Stormy Daniels.

Scortato da un ingente cordone di sicurezza e una folta schiera di giornalisti che lo attendevano prima di entrare nel palazzo di giustizia, l’ex presidente, ha avuto il tempo di denunciare il procedimento definendolo un “assalto all’America”.
“Non è mai successo niente di simile prima”, ha tuonato Trump, “è una persecuzione politica”.
Il corteo intanto si allontana, i contestatori non vogliono parlare e neppure commentare. Composto da un piccolo gruppo di persone, prevalentemente uomini bianchi ultrasessantenni, capitanati da un’arzilla signora che tira le fila e distribuisce manifesti per tutti “assicurandosi che vengano tenuti bene in vista”.
Il gruppo rimane distante da Collect Pond Park dove invece vengono radunati i sostenitori di “The Donald”. La piazza è in parte vuota, non sono molti all’interno, circa duecento, sono stati raggruppati e vengono “osservati” da agenti e personale di sicurezza.

Sembra che parecchi siano arrivati appositamente per farsi intervistare, tanto sono abbigliati. Il numero dei media a seguire l’evento è davvero impressionante. Alcuni operatori televisivi raccontano di essere arrivati alle 2 del mattino: “Non ci sono postazioni assegnate”, raccontano, “chi giunge per primo riesce a ottenere una posizione migliore, con una vista diretta sugli accadimenti”.

“Sono arrivato dalla Cina circa 20 anni fa e ho visto decadere questo paese ogni anno sempre di più”. Racconta Mycol. “Perché sono qui? Semplice, voglio dare il mio sostegno all’ex presidente, dobbiamo far vedere che ci siamo e rassicurarlo che non lo abbandoneremo”.
Diversi sostenitori di Trump hanno bandiere in mano con la sua effige, altri invece hanno vestiti che lo richiamano. Chi indossa un gilet ricamato all’uncinetto con impresso il nome del politico, chi ha delle scritte artigianali sulla maglietta. C’è anche qualche infiltrato che in maniera pacifica ha scelto di portare il proprio dissenso in mezzo agli agguerriti seguaci.

Un uomo sale su una panchina è inizia a suonare il flauto, la piazza per un momento sembra fermarsi, ma in una città come la Big Apple questo è un intermezzo che può durare solo pochi secondi.
“Ho deciso di appoggiare Trump nonostante sia un immigrato, la mia famiglia è arrivata dal Perù diversi anni fa, racconta Lidd, proprio perché nessuno meglio di lui rappresenta l’America. Come me ha alle spalle una storia di immigrazione. Vorrei fosse il mio presidente”.
Al di fuori del circuito altri oppositori isolati e intervistatori, tanti un vero circo mediatico che rischia di trasformare la vicenda giudiziaria in una soap opera senza fine. Un ragazzo in un angolo sembra prendere le distanze da tutti. Seduto sul suo sgabello resta appoggiato al grande, enorme cartello che tiene in mano su cui troneggia una sola parola “Loser”.

Thimson, questo è il suo nome, spiega che l’ha voluta usare nel suo significato più dispregiativo. “Non c’è un perdente, più perdente di lui (Trump). Ha perso le elezioni, ha perso come, uomo, come marito, ha perso in tutto”.
Nel frattempo centinaia di newyorkesi sono stati convocati per partecipare alla selezione della giuria, 12 saranno quelli scelti, altri 6 resteranno a disposizione.

Per la prima volta nella storia degli USA a essere giudicato sarà un ex presidente, non era mai accaduto prima. Il processo che potrà durare dalle sei alle otto settimane si preannuncia piuttosto complesso. Trump su cui gravano 34 capi d’imputazione rischia 4 anni di carcere e dovrà essere presente a ogni udienza.
Lo spettacolo continua.