Maniglie, tubi a gomito e guarnizioni per un’opera d’arte “migliore”. Il collettivo artistico MSCHF, come documentato in un video diffuso nei giorni scorsi su Instagram, ha sostituito da un lavandino di un bagno pubblico del Metropolitan Museum of Art di New York alcune parti per realizzare un’altra scultura.
Intitolato Met’s Sink of Theseus (2024), il nuovo lavandino è stato esposto in “Art 2”, la mostra del collettivo al Perrotin Gallery di Los Angeles, dove appare del tutto riassortito. La plastica trasparente sostituisce il lavabo di porcellana originale che non era ovviamente stato possibile rimuovere.
Nel Reel di Instagram, i volti sono stati macherati, ma si sentono le voci cammuffate degli intrepidi protagonisti del gruppo discutere “dell’intervento”. “Penso che dovremo andare al Met”, dice uno. “Vuoi rubare un po’ d’arte?”, gli viene risposto. “No. Vorrei prendere un lavandino”. Gli interlocutori specificato inoltre che prima di fuggire con la “refurtiva”, i pezzi ritirati sono stati sostituiti con parti migliori. “Stranamente, i bagni sono abbastanza ben documentati dalle celebrità che partecipano al Met Gala – ha specificato il collettivo in una successiva intervista. – Vanno nei bagni per scattarsi delle foto”.
Visualizza questo post su Instagram
L’esperimento di MSCHF vuole richiamare un vecchio paradosso ideato dal filosofo greco Plutarco che mise in discussione, con la nave di Teseo, il concetto di identità originaria. MSCHF vuole infatti far riflettere su come il tempo deteriori gli oggetti che spesso necessitano di modifiche o sostituzioni trasformandoli di fatto in qualcosa di diverso rispetto alla loro creazione.
L’incursione artistica vuol porre l’attenzione anche su come certi musei acquisiscano opere di dubbia provenienza e le facciano diventare famose – per questo MSCHF ha scelto degli impianti idraulici qualsiasi. Nota è la storia del ready made di Marcel Duchamp: Fontana (1917) è di fatto un orinatoio. Nonostante l’originale non venne mai esposto, ma solo le sue copie, è considerata una delle opere più rilevanti del XX secolo.
Il piccolo furto giunge in un momento in cui i musei sono particolarmente vulnerabili e vengono messe in discussione le loro misure di sicurezza. Per esempio, il British Museum di Londra ha recentemente reso noto di aver subito centinaia di furti finora.
Le azioni del collettivo MSCHF sono sempre state controverse, fin dalla nascita. Nel 2002, sia da Perrotin a Los Angeles che da Art Basel di Miami ha presentato ATM Leaderboard, un bancomat funzionante che poteva essere utilizzato per controllare i saldi ed effettuare prelievi. Era stato riadattato per scattare una foto a ogni persona che lo utilizzasse e mostrava pubblicamente il saldo del conto di ogni utente. Fecero scalpore anche le famose Satan Shoes, nate in collaborazione con il rapper Lil Nas X: un paio di Nike che conteneva una goccia di sangue umano. O le Nike Air Jordan Max 97, con dell’acqua del fiume Giordano.