Oltre la metà degli abitanti di New York vive in condizioni di povertà o ha un reddito basso, secondo un nuovo rapporto dell’organizzazione no-profit Robin Hood e del Center on Poverty and Social Policy della Columbia University.
Secondo il rapporto annuale Poverty Tracker, il numero di persone che vivono in povertà nei cinque distretti è passato da 1,5 milioni a 2 milioni tra il 2021 e il 2022. Lo scorso anno, il 23% dei residenti in città non poteva permettersi beni di prima necessità, mentre nel 2021 la percentuale era del 18%.
Nello specifico, una famiglia di quattro persone in affitto a New York è considerata sulla soglia di povertà con un reddito annuo di circa 44.000 dollari.
Il gruppo etnico più colpito è quello dei latino-americani, il cui tasso di povertà è doppio rispetto ai newyorkesi bianchi, si legge nel rapporto. Il documento rileva inoltre che il 25% dei bambini della città vive in povertà rispetto al 15% del 2021. Tra i newyorkesi che vivono in povertà, il 26% si è identificato come latino, il 24 come nero, il 23 come asiatico e il 13 come bianco.
“Nel 2022 abbiamo assistito a un’inversione di tendenza di alcune delle riduzioni della povertà e del disagio conquistate negli ultimi anni, poiché l’inflazione e gli affitti elevati hanno pesato sul portafoglio dei cittadini”, ha dichiarato Christopher Wimer, direttore del Center on Poverty and Social Policy della Columbia University.
“Le notizie sono certamente negative, ma se c’è un lato positivo è che gli ultimi anni hanno dimostrato che politiche ben concepite possono ridurre la povertà in modo drastico. Sappiamo cosa funziona, si tratta solo di farlo”.