“Vorrei che non finisse mai”, continua a dire una signora elegante all’assaggio del dessert. Sono le uniche parole appropriate dopo aver provato l’esperienza culinaria delle cene conviviali organizzate da Accademia Italiana della Cucina. Fondata davanti a un risotto allo zafferano nel 1953 da Orio Vergani, l’associazione si occupa di tutelare e promuovere le tradizioni del Bel Paese all’estero. E per questa volta, Roberta Marini de Plano, Delegata per la sede di New York, ha svelato una chicca del West Village.
Al ristorante Travelers Poets and Friends, all’angolo fra 11th Street e 6th Avenue, che aprirà il 28 marzo, i commensali hanno potuto assaggiare in anteprima i piatti tipici della cucina italiana reinventati in chiave vegetariana e di pesce. “È atipico per la filosofia del nostro Paese, ma sarà il nostro cavallo di battaglia”, ha spiegato Emanuele Nigro, proprietario del locale insieme a Mickey Bosco, Waél Deek e allo chef Riccardo Orfino. Che ha aggiunto: “Vogliamo rendere omaggio alle nostre tradizioni concentrandoci sugli ingredienti, facendo emergere i sapori autentici, lasciando così che sia il piatto a parlare. Scelgo personalmente tutti i prodotti avendo contatti con gli agricoltori e i pescatori locali puntando sulla qualità”.
All’evento, in rappresentanza delle istituzioni, ha partecipato anche la Console Aggiunta Alessandra Oliva, che nei saluti iniziali ha ricordato l’importante ruolo dell’Accademia nella scoperta e valorizzazione delle eccellenze culinarie italiane a New York e in tutto il mondo in generale.

Il fil rouge del menù è stata la sperimentazione. Tradizione e novità si sono fusi in una serie di abbinamenti inediti. Come antipasti, le bruschette al pomodoro e una porzione condivisa di caponata hanno accompagnato gli scampi di Montauk – un porto della punta più a Est di Long Island, adagiati su un letto di polenta di cimelio e indivia brasata. “Tutti i prodotti sono freschi – ha spiegato lo chef Orfino. – Fino a 48 ore fa, i gamberi erano ancora nelle acque di Montauk. Invece, il mais proviene da un antico seme che cresce sui monti Appalachi in Pennsylvania”.
Il vero protagonista della serata è un piatto di lasagna al ragù di tonno. Guardandola, la crosticina del sugo, la besciamella e le sfoglie che si sovrappongono sono proprio quelle della tradizione. Ma, una volta in bocca, è la rivoluzione: il sapore del tonno esplode. Impossibile non rimanerne innamorati. C’è anche chi storce la bocca preferendo la versione originale.

“Il secondo è un omaggio al Tricolore”, ha annunciato lo chef Orfino. Il bianco del filetto di merluzzo cotto sulla griglia spicca fra il verde dei friarielli e il rosso della passata di pomodori di Corbara. E per finire un tortino di nocciole Piemonte IGP e gocce di cioccolato è stato servito caldo con il gelato al tiramisù di Pamina, la gelateria accanto degli stessi proprietari. Tutto il servizio è stato accompagnato dalla Falanghina irpinia (DOC) e dal Barbera d’Asti (DOCG).
“Il nostro percorso è cominciato sei anni fa con Osteria 57 a tre blocchi di distanza. Poi, tre anni dopo, con Alice Restaurant abbiamo aggiunto un altro tassello e Pamina Dolce Gelato è stato l’ultimo successo, proprio qui a fianco”, ha detto Nigro. “Con Travelers Poets & Friends vogliamo creare una vera e propria pescheria dove poter lavorare il pesce, disidratarlo, abbatterlo, e poi presentarlo fresco nei piatti. Sono sicuro che la nostra comunità del Village saprà accogliere questo nuovo esperimento”, ha concluso.
