“Non esistono al mondo creature più sfrontate delle donne”. A sostenerlo, oltre 1.600 anni fa, era Aristofane nella sua Lisistrata – opera in cui il commediografo greco immaginava uno sciopero del sesso da parte delle mogli spartane ed ateniesi per costringere i propri uomini a mettere fine alla Guerra del Peloponneso.
Dalla letteratura alla realtà, qualcosa del genere è avvenuto – sebbene in miniatura – in una piccola comunità di ebrei ortodossi a un tiro di schioppo da New York.
Oltre 800 donne di Kiryas Joel, nella contea di Orange, si rifiutano infatti di andare a letto con i propri coniugi dallo scorso venerdì, secondo la leader della protesta Adina Sash (o “Flatbush Girl”, come si fa chiamare). L’obiettivo è scardinare un sistema religioso che permette agli uomini di costringere le donne a matrimoni non graditi e che impedisce a queste ultime di ottenere il divorzio a meno che un uomo non le consegni un get, una lettera in aramaico di 12 righe che dichiara che lei non è più legalmente legata a lui. Su quest’ultimo, inoltre, è necessaria l’approvazione di ben tre rabbini.
Nei decenni la pratica è stata sfruttata da uomini violenti – come il marito della 29enne newyorkese Malky Berkowitz – per ottenere denaro e la custodia dei figli oppure al fine di costringere le loro ex partner a rimanere “agunah” (“donna incatenata”), ossia incapace di risposarsi.
La manifestazione è stata ribattezzata “sciopero della mikvah“, in riferimento al bagno rituale a cui, secondo la legge ebraica, devono sottoporsi le donne sposate dopo la fine delle mestruazioni prima di poter avere rapporti sessuali con i loro mariti. La tradizione ebraica incoraggia infatti le coppie sposate a fare sesso durante lo Shabbat, e alcuni nel mondo ortodosso si riferiscono a quel momento come “notte del mitzvah” proprio per questo motivo.
“Dovete unirvi a noi in questo sciopero della mikvah e rifiutare il sesso nelle notti della mikvah o nella notte del mitzvah, ogni venerdì sera finché Malky non sarà libera, per dimostrare la vostra compassione per Malky”, ha detto Sash rivolgendosi alle sue compagne ortodosse.
Non tutti però sono d’accordo. Il famoso rabbino Herschel Schacter, che sovrintende alla scuola rabbinica della Yeshiva University, ha ad esempio dichiarato che lo sciopero viola la legge ebraica e che potrebbe distruggere matrimoni altrimenti sani. E poi c’è qualche uomo che non va tanto per il sottile, definendo Sash e le sue attiviste come “shiksa” – un termine yiddish che identifica le eretiche.