Jason Philibert, un detenuto di 38 anni, recluso nel penitenziario statale di Westchester a New York, era morto a dicembre per una rara infezione alla gola, dopo che il personale sanitario avrebbe ignorato per ore le sue richieste di cure mediche.
A sostenerlo in tribunale è ora la moglie, Ashley Philibert, che durante quei momenti strazianti era al telefono con l’uomo che accusava un dolore lancinante alla gola e difficoltà respiratorie, lamenti rimasti inascoltati dalle infermiere del Greene Correctional Facility e dagli agenti penitenziari.
“Vi erano diverse possibilità di aiutarlo”, ha dichiarato Philibert, 35 anni, “mentre parlavamo, le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare, avrebbero dovuto portarlo in una clinica o in ospedale. Un’infermiera si è affacciata alla sua cella e prima di andarsene gli ha detto di fare dei gargarismi con l’acqua”.
Nonostante altri detenuti abbiano cercato di attirare l’attenzione del personale, “urlavano, battevano ripetutamente sulle porte”, non ci sono stati interventi significativi da parte degli inservienti della struttura.
“In quale altro ambiente è possibile immaginare qualcuno in agonia che non viene aiutato, nonostante ci sia un intero blocco che chieda un intervento? È orribile”, ha riferito Rachel Black, l’avvocata dello studio legale Shulman & Hill, che rappresenta Ashley Philibert nella causa.
Philibert è deceduto nella sua cella alle 3 del mattino del 15 dicembre, come rilevato dall’autopsia, a causa di un’infezione che aveva ingrossato l’epiglottide – una cartilagine situata alla radice della lingua – e ostruito la trachea portandolo all’asfissia.
L’infezione dell’epiglottide contratta da Philibert è ritenuta piuttosto rara negli adulti e, nonostante non sia tuttora chiaro come gli sia stata trasmessa, un semplice antibiotico avrebbe potuto risolverla.
“Questo era un problema curabile, se gli fossero state somministrate le cure mediche necessarie oggi sarebbe vivo. Un banale esame con uno stetoscopio avrebbe capito il problema”. Ha aggiunto Black.
Philibert era precedentemente detenuto all’Eastern New York Correctional Facility nella contea di Ulster, a New York, dove aveva già scontato circa 12 anni per aver commesso una rapina. Al Greene Correctional Facility, una prigione che ospita 1190 detenuti, era stato trasferito un mese prima della sua morte.