Il 23 febbraio alla Chelsea Factory a New York, gli studenti del Juilliard College, in una performance musicale intitolata “The Lost Village of Seneca” del compositore Thomas Flippin, rievocheranno la storia in parte cancellata di Seneca Village. È stata una fiorente comunità del XIX secolo, costituita principalmente da newyorkesi neri, che risiedevano nell’area di Central Park prima che venisse destinata a parco cittadino.
La storia del villaggio, secondo gli archeologi che hanno tentato di ricostruire la vita dei suoi abitanti, ha origine nel 1825 quando un lustrascarpe chiamato Andrew Williams acquistò tre lotti di terreno per $125.
Flippin in un’intervista ha dichiarato di “vergognarsi ad ammettere” che, seppure abitasse a Manhattan, non conosceva Seneca Village e di essersi appassionato alla sua storia grazie a un ritaglio di giornale. “Ho imparato sempre di più: cose incredibili sui miei antenati e sulle difficoltà che hanno dovuto sopportare, ma anche sulla resistenza di questa comunità”, ha aggiunto.
L’opera prodotta da Flippin è nata grazie a un’iniziativa del 2022, nota come “Composing Inclusion”, una partnership tra la Preparatory Division della Juilliard School, l’American Composers Forum e la New York Philharmonic, che ha come obiettivo quello di aumentare il numero dei compositori neri e latini.
“The Lost Village of Seneca” racchiude diversi stili musicali, dal jazz “molto dissonante” di Charles Mingus al minimalismo della musica classica degli anni ’80, oltre alle tradizionali canzoni intonate nelle piantagioni di cotone. La contaminazione fra i vari elementi esaltata dall’Ivalas Quartet, il quartetto d’archi degli studenti laureati della Juilliard, assieme agli studenti pre-universitari, vuole essere un tributo al villaggio dimenticato.
Cynthia Copeland, presidente dell’Institute for the Study of the Exploration of Seneca Village, ha dichiarato, in un’intervista al Museum of Modern Art di New York, che prima del loro spostamento dal centro di Manhattan, lungo l’Upper West Side, dalla 82esima alla 89esima Strada, i residenti di Seneca “erano considerati vagabondi, abusivi e ladri” che non avevano diritto alla terra. “Nei loro confronti c’è stata una campagna diffamatoria – ha raccontato Copeland -, ma ricerche hanno dimostrato che erano in possesso di quella terra. Avevano il diritto di essere lì”.
Alcune delle case, ha aggiunto Copeland, erano strutture a due e tre piani, e questa ricchezza ha permesso ad alcuni di loro di potersi qualificare per il diritto di voto, nonostante le leggi discriminatorie razziali.
Il tributo musicale a Seneca Village giunge in un momento in cui le istituzioni musicali, fra cui il Juilliard College, si prodigano, nonostante le numerose critiche, per rendere il loro curriculum meno eurocentrico. Anche l’uccisione di George Floyd ha contribuito ad accelerare il processo di integrazione delle comunità “dimenticate” nel panorama musicale americano.