Bisognerà aspettare almeno fino alla fine del 2026 prima che lo Stato di New York recuperi i livelli occupazionali precedenti dell’epidemia di COVID-19. A rivelarlo è un rapporto del Comptroller (revisore dei conti pubblici) Tom DiNapoli, che fa riferimento a una stima dell’ufficio della governatrice newyorkese Kathy Hochul.
L’Empire State, si legge nell’analisi, ha finora recuperato il 94,7% di quasi un milione di posti di lavoro persi dall’aprile del 2020. Lo squilibrio tra New York City, dove l’occupazione ha persino superato i dati pre-Covid, e il resto dello Stato – oltreché tra un settore privato in crescita e quello pubblico che continua ad arrancare – ha fatto precipitare la regione al 47esimo posto su 50 nella classifica nazionale relativa alla ripresa post-pandemica.
“È previsto che la crescita dell’occupazione statale sia ancora inferiore a quella nazionale”, afferma l’analisi di DiNapoli. “Laddove l’occupazione nazionale supera i livelli pre-pandemia, New York non ha ancora recuperato tutti i posti di lavoro persi… Il DOB (Dipartimento del Bilancio Pubblico) non prevede un ritorno ai livelli occupazionali pre-pandemia fino alla seconda metà del 2026”, ha aggiunto.
A pesare è anche il preoccupante calo demografico che ha riguardato la città sull’Hudson – la cui popolazione è crollata di quasi 102.000 persone dal 2022 al 2023. “Questa erosione della popolazione e dei contribuenti ha implicazioni preoccupanti per la futura crescita economica”, ha dichiarato DiNapoli.
L’ufficio della governatrice Hochul ha cercato tuttavia di contestualizzare i dati, specificando che “New York è stata l’epicentro della pandemia COVID-19, colpita più duramente di qualsiasi altro Stato della nazione”, come dichiarato giovedì dalla portavoce Avi Small.