Un elenco di 9700 nomi letti a Park Avenue di fianco alla sede del Consolato Generale d’Italia a New York, nel cuore di Manhattan. Una cerimonia iniziata puntuale alle 8.30 del mattino e che prosegue per ore, fino quasi alle 3 del pomeriggio.
Nomi pronunciati da cittadini e giornalisti, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni a rotazione. Il primo è stato il Console Generale Fabrizio Di Michele, che ha ricordato l’importanza del ricordo di un fase che ha segnato la storia d’Italia e dell’Occidente, seguito dalla Under-Secretary Generale for Global Communications delle Nazioni Unite Melissa Fleming. Tante anche le autorità presenti, tra alti rappresentanti del Comune di New York e diplomatici di altre nazionalità come il Console Generale di Serbia Vladimir Bozovic.
Un’iniziativa che fa parte di una serie di eventi promossi dalla collaborazione tra Consolato Generale, il Centro Primo Levi, l’Istituto Italiano di Cultura, Casa Italiana Zerilli Marimò presso NYU, l’Italian Academy presso la Columbia University, il Calandra Institute presso CUNY, la Scuola d’Italia Guglielmo Marconi, Magazzino Italian Art e il Center for Italian Modern Art (CIMA).

Tra gli eventi ancora in programma, il CIMA e la Casa Italiana Zerrilli Marimò metteranno in scena domani “Il Trionfo di Bacco e Arianna”. Il coro Cantori New York, diretto da Mark Shapiro, eseguirà le composizioni di Vittorio Rieti per il “Magnifico”.
Nel 1948, il New York City Ballet presentò “Il Trionfo di Bacco e Arianna,” un poema rinascimentale di Lorenzo de’ Medici il cui ritornello “del doman non v’è certezza” risuonava nel periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Dietro al progetto c’era il pittore, scenografo e organizzatore culturale Corrado Cagli, già in mostra al CIMA, che organizzò la sua prima mostra a New York nel 1937.
Il programma si chiuderà mercoledì 31 gennaio al Consolato Generale d’Italia con l’evento “1938: The Racial Laws at the University of Rome La Sapienza”, in cui verranno ricordati docenti, ricercatori, studenti e personale amministrativo le cui vite furono sconvolte dalle leggi razziali del 1938, il progetto fascista con cui si voleva purificare la società partendo proprio dalle istituzioni educative. In particolare l’università, che doveva essere “liberata dalla presenza e dalle influenze ebraiche”.
