John Bonafede, un artista che nel 2010 aveva posato nudo al Museum of Modern Art di New York City, ha intentato una causa all’iconica istituzione in cui sostiene di non essere stato tutelato mentre eseguiva la sua performance.
Bonafede ha riferito di essere stato palpeggiato nella zona genitale da alcuni visitatori in almeno sette occasioni, sempre da uomini più anziani e in un modo “stranamente simile”, mentre partecipavaalla mostra di Marina Abramovic The Artist is Present.
Il compito che gli era stato assegnato lo prevedeva completamente nudo e immobile, a breve distanza da una donna ugualmente nuda. La coppia sistemata ai due latidi una porta doveva guardarsi negli occhi in sessioni della durata di 75 minuti, mentre il flusso dei visitatori passava in mezzo ai due.
L’uomo ha dichiarato di non aver subito denunciato l’accaduto per paura di essere licenziato e perché lo scopo della mostra, ribadito anche dagli organizzatori, era quello di “resistere” qualora fossero capitati eventi inaspettati.
Nonostante i fatti risalgano a diversi anni fa, la causa è stata intentata ai sensi del New York Adult Survivors Act, che ha temporaneamente revocato i termini di prescrizione sui pregressi casi di violenza sessuale. Anche se la finestra temporale prevista per le querele si era ufficialmente chiusa lo scorso anno, Bonafede ha potuto beneficiare di un proroga.
L’artista ha anche raccontato che all’epoca aveva immediatamente allertato la sicurezza del museo, che si era limitata semplicemente a allontanare i presunti aggressori senza particolari provvedimenti, tranne nel caso di un addetto del Mo.Ma che era stato sollevato dal suo incarico.
Bonafede accusa inoltre il museo di non aver mai adottato misure adeguate come ammonimenti verbali o scritti ai partecipanti sulla necessità di “tenere le mani a posto” mentre passavano accanto a lui e ad altri artisti impegnati nella mostra.
Secondo quanto riportato nella querela, si tratta di una chiara “incapacità di intraprendere azioni correttive ragionevoli”. Il museo infatti aveva creato un sistema segnaletico per evitare il problema ma soltanto dopo che le molestie erano avvenute.
Attraverso la causa Bonafede spera di ottenere un indennizzo dal museo e di essere ripagato almeno in parte per gli anni di stress emotivo e di lesioni che le aggressioni hanno procurato alla sua “salute mentale, all’immagine del suo corpo e alla sua carriera”.

Imponderabilia: la performance interpretata da Bonafede era stata realizzata per la prima volta da Marina Abramovic e dal compagno Ulay il 2 giugno del 1977 alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, in occasione della Settimana Internazionale della Performance. Furono circa 350 le persone che transitarono attraverso lo stretto passaggio creato dai corpi nudi dei due artisti per entrare nel museo, prima che la polizia facesse irruzione e interrompesse l’evento. Il pubblico era costretto a venire in contatto fisicamente con i performer, e doveva scegliere istintivamente se rivolgere lo sguardo verso l’uomo o verso la donna: “è questo il gioco di Imponderabilia. Nel volgere di un secondo devi prendere una decisione, ancora prima di comprendere perché” commentò Ulay. “Se non ci fossero gli artisti non ci sarebbero i musei, noi siamo delle porte viventi” disse Abramovich.