Un nuovo #metoo si sta per abbattere in America, stavolta a esserne colpita dopo l’industria cinematografica è la discografia musicale, che ha visto in questi giorni coinvolti con accuse di violenza sessuale a loro carico, il rapper Sean “Diddy” Combs e Axl Rose frontman dei Gun’ n’ Roses.
I due artisti vanno a aggiungersi alla già nutrita lista di personaggi – fra cui L.A. Reid, Jimmy Iovine e Jamie Foxx. – che nelle ultime settimane sono stati oggetto di denunce, tutte depositate a New York, per fatti risalenti anche a molti anni prima.
Questa improvvisa impennata di cause – già oltre 3000 – è dovuta alla scadenza della legge chiamata Adult Survivors Act, introdotta nel 2022, che dava un anno di tempo alle presunte vittime di reati sessuali caduti in prescrizione per intentare cause civili per aggressione sessuale e molestie sui luoghi di lavoro.
Tra i primi che si troveranno a affrontare le querele raccolte in base all’ASA, Steven Tyler degli Aerosmith, l’ex amministratore delegato della Recording Academy Neil Portnow, il cantante degli Anti-Flag Justin Geever, alias Justin Sane, e i curatori dell’eredità del fondatore della Atlantic Records Ahmet Ertegun, accusato da due donne.
Gli effetti dell’ASA si sono ufficialmente interrotti il 24 novembre, ma le cause nel settore della musica e dell’intrattenimento potrebbero proseguire grazie a un’analoga legge – la AB2777 – che come quella newyorkese sospende i termini di prescrizione per reati sessuali – vigente in California.
La “AB2777” consente alle presunte vittime di usufruire di due diverse finestre temporali per denunciare. La prima che permette di querelare fino al 2026, riguarda le denunce relative a abusi compiuti fino al 2009. La seconda opzione che terminerà il 1° gennaio 2024, consente invece di intentare cause specifiche – come nei casi di violenza sessuale in cui vi sia stato un tentativo di occultamento – da parte di una società.
Lo studio legale di Jeff Anderson che ha promosso diverse vertenze fra cui quelle contro Kenny MacPherson della Hipgnosis e il musicista Danny Elfman – come riportato dalla rivista Rolling Stone – afferma “che sta preparando decine di altre potenziali cause in California” in prossimità della scadenza dei termini di legge, e che la maggior parte di esse riguarda individui appartenenti all’industria musicale.
“L’ondata non è finita, tutt’altro”. Anderson ritiene infatti che le richieste di risarcimento possano contribuire a modificare il sistema: “il settore ha una spinta a cambiare e a abbandonare il corporativismo e l’omertà che protegge celebrità e dirigenti. Ai sopravvissuti alle violenze viene concessa l’opportunità di parlare, senza doversi sentire oppressi e costretti a mantenere il segreto per paura, vergogna o auto-vittimizzazione. Il messaggio è che adesso è possibile agire secondo la legge, ed è uno stimolo forte. Chi si fa avanti lo fa anche per proteggere altri dallo stesso orrore”.
In molti chiedono di ripristinare la “finestra temporale” anche a New York, dopo il clamore mediatico suscitato dalle recenti denunce. Come accaduto all’inizio del movimento MeToo c’è stato un moltiplicarsi di chiamate da parte di donne, che volevano portare alla luce abusi e che hanno dichiarato di aver scoperto da poco l’esistenza dell’Adult Survivors Act.
Brad Hoylman-Sigal, senatore dello Stato e primo firmatario dell’ASA ha dichiarato “Oggi ci sono più sopravvissuti e più denunce. La domanda è: riapriamo la finestra? Creiamo una finestra permanente? Ci sono colleghi alla Camera dello Stato di New York che sono disponibili”. In particolare ci sarebbe interesse per aprire una finestra permanente fuori dai termini di prescrizione per i reati di pedofilia.