A contrastare il crimine per le strade di “Gotham”, a quanto pare, ci sono sempre meno agenti.
Secondo i dati pensionistici del NYPD, riportati dal New York Post, nella Grande Mela solo quest’anno si sono congedati ben 2.516 tutori dell’ordine – il quarto numero più alto dell’ultimo decennio e il 43% in più rispetto ai 1.750 che se ne sono andati nel 2018, prima che la pandemia e l’aumento della criminalità funestassero la città.
I dati evidenziano come sia sempre più elevato il numero di agenti che decidono di lasciare il corpo di polizia prima di aver completato i 20 anni di servizio necessari per ottenere il trattamento pensionistico completo (circa 50% del salario): l’aumento nel 2023 è stato del 104%. Nel 2020 erano stati in 509, quest’anno in ben 1.040.
Il quadro diventa ancora più opaco se si considera che la città – stretta nella morsa della (costosa) crisi migratoria – intende cancellare le prossime cinque classi dell’Accademia di polizia, potenzialmente riducendo l’organico della forza di polizia più grande del Paese a uno dei livelli più bassi di sempre. I tagli ridurranno infatti il personale a soli 29.000 poliziotti entro la fine del 2025 – il livello più basso dalla metà degli anni ’90.
Ma cosa spinge i poliziotti newyorkesi a lasciare? Secondo il presidente della Police Benevolent Association (il sindacato di polizia), Patrick Hendry, a pesare sono innanzitutto le carenze di organico accumulate, che costringono i poliziotti rimasti in servizio a fare “quantità disumane di straordinari forzati”,
“Il carico di lavoro è uno dei fattori principali che spinge le persone ad abbandonare il lavoro”, sostiene Hendry. “Se la Polizia di New York vuole sopravvivere a queste riduzioni di personale, non può continuare a spremere i poliziotti per più ore”.
Ad incidere è però anche un clima di generale ostilità contro la polizia – aizzato dal movimento Black Lives Matter -, un sistema di cauzioni che permette a molti criminali di tornare in strada poche ore dopo l’arresto, e un generale aumento della criminalità. Infine, pesa anche l’impennata di aggressioni contro gli agenti: nel 2023, secondo le statistiche, sono aumentate di oltre il 25%.