Dopo un’ora e mezza dall’inizio della 97esima edizione della Macy’s Thanksgiving Day Parade di New York la polizia è dovuta intervenire per fermare gruppi di attivisti che sventolavano bandiere inneggianti a “Free Palestine and the Planet”, trascinati via a forza dalla polizia tra le proteste del pubblico, dove diversi gruppetti hanno sollevato cartelli contro Israele e a favore di un cessate il fuoco.

C’erano comunque quasi 4 milioni di persone oggi in una assolata New York per quella che è considerata la più grande sfilata al mondo: oltre alle persone in carne ed ossa, sono più di 50 milioni quelli che la vedono in tv. Realizzarla è un’impresa titanica, servono 50.000 ore di lavoro e vengono creati 4.200 costumi.

Quest’anno sono stati messi in campo 25 palloni, 6 balloonicles (veicoli+palloni), 31 carri volanti, 11 bande musicali, 18 performers, 29 clown e 7 gruppi di artisti.
Non è però la più antica parata del giorno del Ringraziamento, in quanto questo record è detenuto da quella di Philadelphia.

La prima parata si svolse nel 1924, quando i dipendenti del negozio Macy’s, uno dei grandi magazzini più famosi ed eleganti della città, sfilarono lungo la 34ma strada con carri, bande e anche alcuni animali dello zoo. Dato il successo, Macy’s decise che quella che doveva essere una semplice trovata pubblicitaria divenisse un evento annuale che dava il via alla stagione natalizia: pochi giorni dopo la parata infatti c’è l’accensione dell’albero di Natale al Rockfeller Center. Alla fine degli anni ’20 iniziò la collaborazione tra Macy’s e Tony Sarg, un celebre burattinaio che creò i famosi palloni gonfiati che tutt’oggi caratterizzano la sfilata. Fu sempre Sarg ad ideare le meravigliose vetrine natalizie animate di Macy’s che ancora stupiscono i passanti.

E anche quest’anno circa il 95 per cento degli americani porta sulla propria tavola il tacchino.
Il giorno del Ringraziamento si svolge il quarto giovedì del mese di novembre e ha origine dalla festa che i primi pellegrini diedero per ringraziare Dio e gli indiani Wampanoag che li avevano aiutati a sopravvivere dopo lo sbarco in America. Con il passare del tempo, questa tradizione si estese alle varie colonie fino a quando George Washington nel 1789 la proclamò giornata nazionale.

Tradizione americana o Maya? Recenti scoperte dicono che risalirebbe addirittura al 400 DC ed apparterrebbe alla storia messicana con le sue cerimonie rituali di offerte agli dei. In Inghilterra il tacchino arrivò per mano del navigatore William Strickland dopo un viaggio esplorativo intorno al 1530. Gli inglesi che salpano per andare a stabilirsi in America nel XVI secolo lo riportano al di là dell’oceano, rendendolo la portata principale nel 1621 del primo banchetto del Thanksgiving, organizzato dai coloni di Plymouth, i famosi padri pellegrini approdati con il Mayflower – che quell’anno erano riusciti ad avere la prima raccolta di mais, come ricorda l’autorevole Smithsonian Magazine.

A cementare l’accoppiata tacchino & Festa del Ringraziamento è stata duecento anni più tardi l’influente scrittrice, attivista ed editrice Sarah Josepha Buell Hale che descrive nel suo primo romanzo Northwood: a tale of New England il tacchino arrosto come la portata principale del pranzo, da posizionare a capotavola. Hale viene ricordata come la Madre del Ringraziamento, dato che in questa commemorazione tipica dello Stato in cui era nata vedeva la possibilità di riunire la nazione spaccata tra Nord e Sud. Nel 1863, in piena Guerra Civile, Abraham Lincoln proclamò la commemorazione dei padri pellegrini festa nazionale.

Una tradizione a cui gli americani non rinunciano, e poco importa la sua vera origine. Ce lo ricordano i tanti tacchini di ogni colore e dimensione che anche quest’anno sfilano tra le strade di New York.




