Un trattamento da sogno che si trasforma in un’esperienza da incubo.
Protagonista una donna newyorkese di 44 anni, Akshie Shah, che dopo essersi sottoposta lo scorso 2 novembre a un trattamento anti-invecchiamento in una camera iperbarica si è ritrovata intrappolata e a corto di ossigeno perché qualcuno – questa la sua tesi – si era dimenticato di lei.
Dopo aver trascorso 30 minuti all’interno del dispositivo “anti-invecchiamento”, Shah sostiene di essersi svegliata in preda al panico e scoperto che la macchina era spenta, secondo quanto si legge nella querela depositata presso la Corte Suprema di Manhattan.
La donna ha così deciso di intentare causa al Remedy Place di Manhattan, un elegante centro benessere ubicato nel Flatiron District. Richiesta di risarcimento: 2 milioni di dollari.
“Quei minuti all’interno della camera (iperbarica), senza accesso all’aria, senza luce e senza che nessuno rispondesse alle sue ripetute richieste di aiuto, sono sembrati interminabili e sono sembrati ad Akshie come un’eternità”, si legge nella causa, presentata il 10 novembre dall’avvocato Richard Grohmann. La donna, imprenditrice nel settore della gioielleria, madre di due figli e vive della contea di Rockland, sostiene di essersi sentita come se stesse “sperimentando la sua esistenza che svanisce durante gli ultimi minuti della sua vita”.
Shah soffrirebbe ora di “gravi disturbi”, tra cui tremori incontrollabili, improvvisi attacchi di panico, perdita di appetito e “incapacità di provare gioia”, si legge nella causa.
L’ossigenoterapia iperbarica è un trattamento di bellezza piuttosto popolare – soprattutto nel campo sportivo – in quanto ritenuta capace di aumentare il collagene, accelerare la rigenerazione cellulare e ridurre le rughe.