Il sindaco di New York, Eric Adams, ha presentato un’istanza legale per sospendere la storica legge sul diritto all’accoglienza della Grande Mela, già messo a durissima prova dall’afflusso record di richiedenti asilo provenienti dal confine meridionale.
Nelle stesse ore in cui il primo cittadino arriva in America Latina – in un viaggio il cui scopo è proprio quello di dissuadere i migranti dal raggiungere New York – gli avvocati di City Hall hanno formalmente presentato una richiesta giudiziaria per sospendere, almeno temporaneamente, l’obbligo di fornire alloggio a tutti i senzatetto.
In un’istanza depositata martedì scorso presso la Corte Suprema dello Stato, i legali di Adams hanno definito il right to shelter “antiquato e macchinoso” e hanno affermato che “ha inutilmente privato i responsabili politici della necessaria flessibilità”.
Il cosiddetto decreto di consenso Callahan, emanato nel 1981, prevede che la città dia rifugio a qualsiasi individuo solitario che ne faccia richiesta – un diritto in seguito esteso anche a donne e famiglie.
L’ultima istanza del tribunale, se approvata dal giudice, si applicherebbe a tutte le persone sole senza fissa dimora, e non solo alle decine di migliaia di immigrati arrivati nella Grande Mela negli ultimi mesi. Questo darà verosimilmente inizio a una lunga battaglia legale con gli attivisti che tutelano i senzatetto, tra cui la Legal Aid Society, che ha già definito la mossa di Adams “vergognosa”.
Con oltre 122.700 richiedenti asilo transitati dalla primavera del 2022 e una spesa prevista di oltre 12 miliardi di dollari in tre anni per mantenerli, l’amministrazione Adams sta stringendo sempre più le cinghie del diritto all’accoglienza. Attualmente, i migranti adulti sono infatti tenuti a lasciare il rifugio dopo 30 giorni, anziché 60, secondo un recente regolamento. Se non hanno un altro posto dove andare, tuttavia, possono ripresentare domanda.