343. Da oggi è uguale il numero di vittime tra i vigili del fuoco morti nelle operazioni di soccorso successive agli attentati terroristici dell’11 settembre e quelli che hanno perso la vita mesi o anni dopo per malattie correlate.
A livellare il bilancio è stato sabato il decesso di Robert Fulco, un soccorritore che lavorava nell’unità 250 di Brooklyn, e che da tempo lottava contro una fibrosi polmonare, secondo le autorità della Uniformed Firefighters Association.
Mercoledì si era verificata la 342° vittima post-11/9: il medico Hilda Vannata, che a 67 anni si è dovuta arrendere a un grave cancro. Anche lei, come Fulco, costretta a pagare il terribile scotto dell’ammirevole coraggio dimostrato a Ground Zero.
“Da quando, all’inizio del mese, si è celebrato il 22° anniversario degli attacchi al World Trade Center, abbiamo assistito alla perdita di altri due membri del FDNY a causa di malattie dovute ai soccorsi, i nostri 342° e 343° morti”, ha dichiarato sabato il Commissario dei Vigili del Fuoco Laura Kavanagh in un comunicato. “Sapevamo da tempo che questo giorno sarebbe arrivato, ma la realtà è comunque incredibile”, ha aggiunto Kavanaugh, che ha definito i decessi “un traguardo cupo e impressionante”.
Fulco si era arruolato nel FDNY nel 1977 e si è distinto nel corpo dei vigili del fuoco fino al suo pensionamento nell’agosto 2002. Da tempo l’uomo era tenuto in vita artificialmente con l’ossigeno, laddove i medici avevano deciso che fosse troppo anziano per un trapianto di polmoni.
Di origini portoricane, Vannatta invece era entrata nella squadra medica del FDNY nel 1988 e aveva lavorato per 26 anni al Battaglione 14 presso il Lincoln Hospital. Dopo gli attentati dell’11 settembre, sia lei che il marito, John Vannatta, poliziotto in pensione e veterano di guerra, si era offerti volontari per aiutare.
Secondo Kavanagh, oltre 11.000 membri del personale del FDNY che sono intervenuti al World Trade Center l’11 settembre sono malati, e 3.500 di loro hanno sviluppato varie forme di cancro.