“Oddio”. Lo direbbe chiunque fosse tenuto a pagare 51 dollari per meno di 5 km con Uber – e senza nemmeno troppo traffico (mancia compresa).
Il discorso assume contorni diversi se ad essere sbigottito dalla cifra è l’amministratore delegato in persona. Un giornalista di Wired, Steven Levy, ha speso ben 51,69 dollari per coprire le 2,95 miglia (4,75 km) di strada che separano downtown Manhattan dal West Side – dove ad attenderlo nel quartier generale newyorkese di Uber era proprio il CEO Dara Khosrowshahi.
Prima di iniziare l’intervista, il reporter ha deciso di mettere alla prova il suo interlocutore domandandogli a bruciapelo quanto potesse essere costata la corsa. “Venti dollari”, ha azzardato Khosrowshahi. Il quale non è riuscito a camuffare una certa sorpresa nello scoprire la ben più alta cifra effettiva.
“E cinque minuti prima il prezzo era di 20 dollari in più”, ha puntualizzato il giornalista, precisando che “sono le 10 del mattino di un giorno feriale soleggiato, e non mi pare che in città ci sia il presidente”.
Khosrowshahi ha invano cercato di giustificarsi sostenendo che “tutto è più costoso” a causa dell’inflazione. Se è indubbio che il carovita e il carobenzina abbiano influito sull’aumento delle tariffe, un rapporto di Forbes ha però concluso che dal 2018 al 2022 i prezzi di Uber negli USA sono aumentati a un tasso quattro volte superiore all’inflazione generale (+83%).

La politica dei maxi-rincari sembra però aver funzionato, dato che che la società di San Francisco ha appena realizzato il suo primo profitto operativo in assoluto dal 2009. Nel secondo trimestre del 2023, il colosso del NCC ha infatti registrato un utile di 394 milioni di dollari – in netta controtendenza rispetto alla maxi-perdita di $2,6 miliardi registrata nello stesso periodo dell’anno scorso.
Per Uber questo sembra un periodo d’oro. L’azienda prevede di generare altri profitti entro la conclusione del terzo trimestre, effetto dall’aumento delle transazioni totali dell’app (+16%: 33,6 miliardi di dollari) e delle entrate rispetto all’anno precedente (+14%), con queste ultime che hanno superato quota 9,2 miliardi di dollari.
Eppure le azioni della società in borsa sono crollate di circa il 6% lo scorso martedì. A pesare è anche l’agguerrita concorrenza di Lyft, che sta registrando utili da capogiro offrendo prezzi più bassi rispetto al rivale californiano. In media, suggeriscono le statistiche, Lyft farebbe risparmiare 4 dollari a corsa.
Intanto, però, a New York la Gen Z sembra aver riscoperto i “vecchi” taxi gialli – che in alcuni casi arrivano persino a costare l’83% in meno rispetto ai servizi di ride-sharing. Il segreto? A spiegarcelo è direttamente un tassista. “Durante l’ora di punta o quando c’è pioggia o la neve, i loro prezzi aumentano, ma quelli dei taxi rimangono uguali”. Quando a soccorrere l’utenza dall’imperio dei logaritmi ci pensa la tradizione.