Fra i molti locali incastonati sulla 7 Avenue uno in particolare, pur essendo un po’ nascosto, cattura la mia attenzione. Siamo nel West Village al numero 100A e l’atmosfera, ma soprattutto la gente che entra in questo posto, mi incuriosisce e mi induce a seguirla. Un uomo dall’aspetto minaccioso mi indica la strada.

Una serie di rampe di scale, praticamente avvolte nell’oscurità, intervallata soltanto da qualche insegna rossa, mi introducono in una piccola sala. Cerco di abituare il mio sguardo alla poca disponibilità di luce. Noto subito un piccolo palcoscenico alla sua estremità, l’ambiente non troppo affollato prevede oltre il bancone del bar, anche qualche tavolo e sedie di legno pregiato.
Mi siedo su di uno sgabello e il barista mi si avvicina chiedendomi se tutto è ok? Non capisco il senso della domanda e continuo a osservare questa atmosfera decisamente nostalgica fornita dagli arredi e dalla musica anni ‘80.
Sta per iniziare uno spettacolo e dalle tre artiste che si affacciano capisco che non è uno spettacolo qualunque. Sono pesantemente truccate, vestite in lingerie e hanno folte parrucche bionde. Tre drag queen salgono sul palco e iniziano a interagire con il pubblico, che ride fragorosamente alle loro provocazioni e battute.
È in questo preciso istante che mi rendo conto di essere l’unica donna e di essere capitata in un locale gay. Sembra che nessuno faccia caso alla mia presenza, quindi mi assesto stabilmente sullo sgabello e assisto allo spettacolo che va avanti fra sketch, canzoni live e giochi di seduzione.
Le artiste scendono dal palcoscenico e si mischiano fra gli spettatori, che noto hanno tutti preparato sui tavoli pile di banconote, anche se i tagli sono piccoli: uno, cinque dollari. Ogni volta che una drag si avvicina ne viene elargita una, che può trasformarsi in un piccolo bacio, una carezza o una dedica da parte della queen.
Grazie anche all’alcol che inizia a dispensare i suoi effetti, il clima si surriscalda e il divertimento diviene estremo. Decido quindi di uscire, il solito cameriere chiede ancora – va tutto bene? – e mi offre la consumazione. Almeno per una sera mi sono sentita anche io una guest star.
Playhouse NYC è stato aperto nel 2020 da Eric Einstein e Justin Buchanan. Il bar si trova dove un tempo sorgeva lo storico Actors Playhouse Theatre.
È ancora ritenuto un punto di riferimento da tutta la comunità gay newyorkese.