Decine di dipendenti newyorkesi di Amazon hanno fatto causa al loro sindacato – il primo nella storia dell’azienda – lamentando la mancanza di elezioni democratiche per eleggere i vertici del movimento pro-lavoratori.
La causa di lunedì è stata presentata presso la corte federale di Brooklyn da circa 40 membri dell’Unione sindacale di Amazon (ALU), fondata l’anno scorso dopo aver vinto le elezioni nello stabilimento di Staten Island (il cosiddetto JFK8) ma averne perse altre due a New York.
L’accusa è che il presidente Christian Smalls – insieme a quello che viene definito il suo comitato esecutivo “scelto a mano” – avrebbero rifiutato di tenere le elezioni dei dirigenti e le riunioni degli iscritti, di aver apportato modifiche allo statuto del sindacato senza tenere alcuna votazione e di aver persino minacciato azioni legali e disciplinari contro i critici.
Smalls e il sindacato sostengono al contrario che le accuse abbiano sfondo razziale, poiché molti dei dissidenti sono bianchi (mentre i leaders dell’ALU sono prevalentemente afroamericani). Arthur Schwartz, avvocato dei querelanti, ha risposto martedì che la maggior parte dei lavoratori che criticano il sindacato non sono bianchi e che le affermazioni sulla razza sono un “falso allarme”.
I lavoratori chiedono un’ordinanza che imponga all’ALU di tenere le elezioni dei dirigenti entro il 30 agosto sotto la supervisione di un osservatore indipendente, che annulli altresì le modifiche apportate dai dirigenti dell’ALU allo statuto originario del sindacato.