Dopo il boicottaggio delle scorse settimane, la città di New York passa al contrattacco contro le contee “ribelli”.
Mercoledì City Hall ha infatti intentato causa contro più di 30 contee dell’Empire State per aver violato la legge e cercato di impedire alla Grande Mela di trasferire centinaia di migranti al di fuori dei cinque boroughs.
Le contee in questione, che si estendono dai sobborghi settentrionali della città fino al confine con il Canada, starebbero interferendo con la capacità di New York di stipulare contratti con alberghi situati in altre zone dello Stato per ospitare temporaneamente poche centinaia di migranti, secondo la denuncia presentata ieri presso il tribunale statale di Manhattan.
Le contee al di fuori della città di New York hanno utilizzato una serie di tattiche legali per impedire alla città di trasferire altrove i migranti in arrivo dal confine meridionale – ad esempio proclamando lo stato d’emergenza e vietando agli hotel di dare ospitalità ai richiedenti asilo.
Il sindaco democratico di New York, Eric Adams, ha dichiarato in un comunicato che la città non può gestire da sola l’ondata di rifugiati. “Questa causa mira a porre fine a questo bigottismo xenofobo e a garantire che il nostro Stato agisca in modo unitario”, ha dichiarato il primo cittadino.
Secondo City Hall, ogni giorno nella Grande Mela arrivano almeno 500 migranti (in gran parte trasferiti in autobus dai governatori repubblicani del Sud) – una parte dei quali dovrà essere rilocata nel territorio dello Stato per impedire il collasso dei centri di accoglienza.