Il congressman George Santos si è dichiarato “non colpevole” delle 13 accuse federali che il magistrato Anne Shields gli ha letto in aula. Accuse che vedono il parlamentare repubblicano incriminato di frode telematica, riciclaggio di denaro, furto di fondi pubblici e dichiarazioni false alla Camera dei Rappresentanti.
Dopo che gli agenti federali hanno preso le sue impronte digitali e lo hanno fotografato è stato rilasciato dalla corte federale di Central Islip a Long Island, la Alfonse M. D’Amato Federal Courthouse, con una cauzione di mezzo milione di dollari. Il suo prossimo appuntamento in tribunale è stato fissato per il 30 giugno. La cauzione è stata versata da tre differenti persone e gli inquirenti non hanno voluto rivelare i loro nomi.
L’avvocato del parlamentare, Joe Murray, ha detto che Santos dovrà ora sottoporsi ai servizi restrittivi in attesa di giudizio: ha dovuto consegnare il passaporto, deve comunicare al tribunale qualsiasi spostamento al di fuori della sua residenza a New York e a Washington, DC.
All’uscita del tribunale, davanti a una folla di giornalisti, Santos ha liquidato l’indagine sulle sue attività definendola “una caccia alle streghe”.”Combatterò la mia battaglia. Mi occuperò di riabilitare il mio nome e non vedo l’ora di farlo”.
In aula poco prima i pubblici ministeri federali avevano detto che le incriminazioni si riferiscono a tre differenti piani criminali. La maggior parte delle accuse si concentrano sul fatto che Santos ha ordinato a un anonimo consulente politico di sollecitare contributi a una società falsamente sostenendo che questi pagamenti fossero per un fondo elettorale. I pubblici ministeri affermano che invece Santos ha utilizzato i soldi per spese personali, tra cui l’acquisto di abiti firmati e pagamenti con carte di credito.
Last nights dinner came with an interesting fortune.#NeverBackDown pic.twitter.com/TN33EEAu6g
— George Santos (@MrSantosNY) May 6, 2023
Santos è anche accusato di aver ottenuto in modo fraudolento i sussidi di disoccupazione messi a disposizione durante la pandemia. Gli inquirenti federali affermano che Santos ha ricevuto più di 24 mila dollari in indennità di disoccupazione mentre percepiva uno stipendio dii 120 mila dollari l’anno da una società di investimento che ha sede in Florida.
Inoltre Santos ha consapevolmente rilasciato dichiarazioni false sui moduli di divulgazione finanziaria durante le sue due campagne congressuali, nel 2020 e nel 2022, per fuorviare la Camera e l’elettorato sulle sue finanze. L’accusa sostiene anche che Santos abbia falsamente gonfiato il suo stipendio durante entrambe le campagne elettorali, non abbia rivelato l’ammontare delle sue reali finanze e abbia mentito sui suoi soldi in banca.
Oltre alle accuse federali, Santos è stato anche recentemente accusato di essere la mente dietro una truffa con carte di credito, cosa che ha negato con veemenza. È stato anche accusato di aver rubato migliaia di dollari raccolti per una colletta on line per salvare la vita ad un cane di servizio di un veterano di guerra americano che aveva prestato servizio in Afghanistan. Ma la lista dele bugie dette prima e dopo la campagna elettorale è lunghissima.
A marzo, il Comitato etico della Camera ha aperto un’indagine che, a suo dire, avrebbe determinato se Santos “si fosse impegnato in attività illegali rispetto alla sua campagna congressuale del 2022; non ha divulgato correttamente le informazioni richieste sulle dichiarazioni depositate presso la Camera; ha violato le leggi federali sul conflitto di interessi in relazione al suo ruolo in una società che fornisce servizi fiduciari; e/o impegnato in una cattiva condotta sessuale nei confronti di un individuo in cerca di occupazione nel suo ufficio congressuale”.
A rovistare nel passato di Santos ci si era messo il New York Times che dopo Natale ha pubblicato un’indagine bomba indicando che gran parte del suo curriculum personale e lavorativo era falso elencando la valanga di bugie che il repubblicano ha raccontato ai suoi elettori.
Una volta smascherato lui stesso ha cercato di sminuire la gravità delle sue menzogne ammettendo di aver “imbellito” il suo passato. Non si è mai laureato, la laurea in legge al Baruch College non c’è mai stata, né ha mai lavorato per Citigroup e Goldman Sachs. Non è stato costretto a lasciare una prestigiosa scuola privata Horace Mann del Bronx a causa di problemi economici e non è neppure il nipote di ebrei ucraini sopravvissuti all’Olocausto, ma figlio di genitori brasiliani di seconda generazione. E neanche che, come scrive il Washington Post, la madre è morta negli attentati terroristici dell’11 settembre. Bugie pure quando ha affermato che quattro delle persone uccise nella sparatoria del nightclub Pulse a Orlando nel 2016 erano suoi dipendenti. “Operai che sarebbero andati a lavorare” nella sua azienda ha affermato, anche se lui non ha una azienda operativa, ma solo società sulla carta.
Un mare di menzogne con cui il 39enne di origine brasiliana si è accattivato la simpatia e i contributi degli elettori che hanno fatto donazioni alla sua campagna elettorale e che alle elezioni di Midterm gli hanno dato il voto. Ma che ha solleticato la curiosità dei giornalisti che sono andati a scavare sul suo passato e le scoperte fatte non sono molto gratificanti per un parlamentare. Incluse quelle del Washington Post sulle sue connection russe.
Molti parlamentari, democratici e repubblicani, gli hanno chiesto di dimettersi. Il rappresentante Mike Lawler, un repubblicano di New York che è stato uno dei critici più espliciti su Santos all’interno del partito, ha dichiarato martedì alla CNN: “Ribadisco la mia richiesta che dovrebbe dimettersi”. Lo speaker della Camera Kevin McCarthy ha detto che Santos potrà continuare a rimanere alla Camera fino a quando il tribunale non lo condannerà.