Gli automobilisti di New York City che vivono in comunità nere e a basso reddito pagano centinaia o addirittura migliaia di dollari in più per l’assicurazione auto rispetto a quelli che vivono in quartieri bianchi e ricchi.
A rilevarlo un nuovo rapporto della Consumer Federation of America, secondo cui i residenti di Brownsville, a Brooklyn, pagano in media 2.500 dollari in più all’anno rispetto a chi vive nell’Upper East Side.
Alcuni legislatori dello Stato di New York stanno cercando di impedire alle compagnie assicurative di utilizzare i punteggi di credito per stabilire le tariffe, sostenendo che la pratica sia ingiusta e discriminatoria. Secondo loro, consentire alle società di utilizzare fattori come il punteggio di credito, fa sì che gli automobilisti a basso reddito e le persone di colore paghino tariffe più alti anche quando la loro fedina penale è impeccabile.
“Siamo in un Paese che dovrebbe essere il più grande del mondo – ha dichiarato il deputato Crystal Peoples-Stokes – eppure permettiamo alle imprese di mantenere le persone povere e di punirle sulla base del luogo in cui desiderano vivere”.
Secondo la Consumer Federation of America, circa il 95% delle assicurazioni auto di New York utilizza i punteggi di credito per stabilire le sue tariffe. Ma Kristina Baldwin, vicepresidente dell’American Property Casualty Insurance Association, ha replicato sostenendo che la maggior parte degli Stati consenta l’uso della storia creditizia dei clienti per stabilire le tariffe assicurative dell’auto perché esiste una “elevata correlazione” tra i punteggi assicurativi e la probabilità di presentare richieste di risarcimento.
“Nel corso degli anni gli studi hanno dimostrato che gli automobilisti con punteggi assicurativi basati sul credito più bassi hanno perdite maggiori a quelli con crediti più alti”.
Per arrivare a questi risultati, la Consumer Federation of America ha utilizzato i dati dell’agosto 2020 per ogni codice di avviamento postale di 10 assicuratori auto, arrivando a considerare un gruppo che comprende circa l’80% del mercato assicurativo statale.