Ferry Point, nel Bronx, ha una storia travagliata. Proprio sotto il Whitestone Bridge allo sbocco del Long Island Sound che, “filtrato” dal Throghs Neck Bridge, diventa East River, negli Anni ’60 era una discarica a cielo aperto dove migliaia di gabbiani facevano il pranzo.
Cinquanta anni dopo è diventato un parco comunale di 220 acri in cui c’è anche un campo da golf disegnato dal campione Jack Nicklaus, gestito dalla Trump Organization che lo ottenne in concessione per 20 anni dall’amministrazione Bloomberg. Un golf club che, nonostante la vicinanza con Manhattan, non ha avuto vita facile: sempre in perdita (circa 10 milioni di dollari l’anno) un po’ per il cattivo odore del gas naturale che si sviluppa dal percolato delle acque che bagna la discarica coperta, un po’ per i dispetti, alcuni finiti in tribunale, che l’ex sindaco di New York e l’ex presidente reciprocamente si scambiavano. Alla fine ha vinto Trump, dopo che De Blasio voleva rescindere il contratto, che ha in gestione questo golf club (che club non è) fino al 2032 anche se continua a perdere soldi.
Ora la società Bally, che gestisce casinò e resorts, vorrebbe prendere in subaffitto dalla Trump Organization il Ferry Point Golf Club e trasformarlo in una destinazione di intrattenimento di livello mondiale. Bally si sta inoltre concentrando sulla costruzione di alloggi per i dipendenti garantendo che i commercianti e i residenti del Bronx beneficeranno economicamente dell’impresa.
I legislatori statali hanno autorizzato la costruzione di un massimo di tre casinò “downstate”, un’area che comprende la contea di Westchester, Long Island e New York City. Il mese scorso, il comune di New York ha accettato l’offerta per costruirli. I potenziali siti di questi casinò sono Hudson Yards, Times Square, Coney Island e Willets Point vicino a Citi Field. In alternativa Bally sta discutendo la proposta di un casinò su 17 acri del campo da golf della Trump Organization a Ferry Point nel Bronx. I dettagli sono finora scarsi, ma Bally gestirà il casinò su 10 acri e utilizzerà gli altri sette per spazi verdi o altri usi, come gli alloggi per i dipendenti. L’obiettivo finale di Bally sarebbe quello di rilevare l’intero sito di 300 acri.

Le proposte devono essere approvate da un comitato consultivo della comunità locale che comprende il governatore, il sindaco, il senatore dello stato che ha la circoscrizione elettorali nella zona e i membri dell’Assemblea statale, il presidente del distretto e il membro del consiglio comunale locale. La Gaming Commission di New York concede l’approvazione finale. La consigliera comunale del Bronx Marjorie Velazquez ha espresso sostegno a questa iniziativa nel suo distretto. Per ottenere il casinò, tuttavia, Bally dovrà battere la concorrenza. Altre offerte per licenze di casinò in città includono società collegate a Hudson Yards, SL Green a Times Square, il Gruppo Soloviev.
Lo stato è pronto a distribuire tre licenze per i casinò del nord dello stato; Resorts World/Genting all’Aqueduct nel Queens e l’Empire City/MGM a Yonkers sono gli apripista, in quanto già operano come casinò ma solo come le sale slot.
L’affondo di Bally su New York arriva mentre la società cerca di dare vita al primo casinò a Chicago. L’anno scorso la società ha vinto un’offerta da 200 milioni di dollari per acquistare il piano del Freedom Center del Chicago Tribune a River West. Piano però rimesso in discussione nei giorni scorsi dalla Alden Global Capital, attuale affittuaria che vorrebbe continuare il leasing.