Trasformare il centro di Long Island in una mini-Las Vegas. È questo l’ultimo progetto del colosso dei resort Las Vegas Sands – che ha identificato gli 80 acri di terreno attorno al Nassau Coliseum, a Uniondale, come il luogo ideale per edificare un maxi-resort compreso di alberghi, ristoranti e varie strutture d’intrattenimento.
Ma soprattutto, la società con sede in Nevada ha intenzione di costruire in zona il primo casinò della contea di Nassau. Un’idea che ha suscitato sì grande interesse, ma altrettante preoccupazioni, soprattutto tra i residenti. Tra questi ultimi c’è Pearl Jacobs, presidente di un gruppo civico che rappresenta centinaia di famiglie che vivono vicino al Coliseum.
“Noi diciamo di no al casinò”, ha detto Jacobs, che teme che la presenza di un luogo del genere possa moltiplicare i casi di ludopatia e portare i giovani sulla cattiva strada.
Il consenso di persone come Jacobs è però un passaggio essenziale per il via-libera al progetto – assieme all’ottenimento di una delle tre licenze di casinò messe in palio dalle autorità statali per la regione di Long Island.
Lo sa bene la società d’intrattenimento con sede in Nevada, un colosso da 3,6 miliardi di dollari già proprietario di una serie di alberghi-casinò tra la Las Vegas Strip e in Estremo Oriente. Per questo motivo Ron Reese, vicepresidente del gruppo, ha giudicato l’enfasi sul casinò come eccessiva.
“È vero che ci sarà un casinò”, afferma, “ma rappresenterà solo il 10% dello spazio effettivo”. Il vero obiettivo, spiega, è “sviluppare un resort turistico di livello mondiale”.
Bruce Blakeman, dirigente della Contea di Nassau, ha dimostrato apertura verso il progetto, trovandone alcuni aspetti “affascinanti” – ma ricordando come non si possa prescindere dal sostegno della popolazione locale.
Un sostegno che in molti hanno cercato di ottenere negli ultimi 20 anni, durante i quali in molti hanno avanzato progetti per riqualificare la zona dell’Hub. Secondo David Patterson, ex governatore di New York divenuto lobbyista per Las Vegas Sands, l’idea del gruppo avrebbe un impatto positivo sulla zona, generando 5.000 posti di lavoro permanenti e 12.000 posti di lavoro nel campo edile.
I giochi, però, sono tutt’altro che fatti.