Migliaia di infermieri di due ospedali di New York hanno messo fine giovedì al maxi-sciopero che per tre giorni ha paralizzato il sistema ospedaliero della Grande Mela.
A sbloccare lo stallo è stato un accordo contrattuale provvisorio siglato dall’Associazione degli infermieri dello Stato di New York (NYSNA) con la direzione dei due ospedali coinvolti dalla sollevazione – ossia il Montefiore Medical Center nel Bronx e il Mount Sinai Hospital di Manhattan.
Secondo i leaders sindacali, la bozza di compromesso promette migliori condizioni di lavoro oltre ad aumenti salariali – in maniera sufficiente a soddisfare le richieste dei professionisti. Nello specifico, la bozza prevede aumenti di stipendio per un totale del 19% in tre anni.
Giovedì mattina gli infermieri sono tornati al lavoro in entrambi gli ospedali, venendo accolti dal governatore Kathy Hochul all’ingresso del complesso Mount Sinai sulla 59esima strada a Midtown Manhattan.
Partito alle 6:00 di lunedì, quello appena conclusosi è stato uno dei più grandi scioperi di infermieri nella storia della Grande Mela, coinvolto più di 7.100 professionisti tra Manhattan e il Bronx.
Proprio i complessi gestiti da Mount Sinai negli scorsi giorni avevano iniziato a dirottare le ambulanze e a rinviare alcuni ricoveri non urgenti – spostando inoltre alcuni pazienti (tra cui diversi neonati dell’unità di cure critiche neonatali) in altre strutture mediche non coinvolte nelle manifestazioni.

Chi aveva invece deciso di raggiungere un accordo (provvisorio) in extremis – accordando aumenti salariali – sono stati il New York-Presbyterian Hospital e diversi altri ospedali della città, tra cui il Maimonides Medical Center, il Richmond University Medical Center, il Flushing Hospital Medical Center, il BronxCare e il Brooklyn Hospital Center.