I sindaci di New York City e Chicago hanno scritto una lettera al governatore del Colorado, Jared Polis, chiedendogli di smettere di inviare autobus di migranti nelle loro città. Lo riporta Bloomberg.
“È evidente che l’afflusso di richiedenti asilo ha causato preoccupazione in diversi Stati. Anche se la condividiamo, sovraccaricare le nostre città non è la soluzione”, hanno sottolineato Eric Adams e Lori Lightfoot, che hanno accolto di recente in totale circa 30.000 richiedenti asilo provenienti dal Texas.
Anche il Colorado è sotto pressione con l’arrivo di circa 3.600 migranti dal Venezuela. Il tema è una nota dolente dell’amministrazione Biden. Nelle prossime ore il presidente si recherà a El Paso, in Texas, la città al confine con il Messico epicentro della crisi migranti.
“Nel caso del ricongiungimento familiare – continua la lettera – lavoriamo insieme per garantire che le persone si riuniscano con i loro cari, ma inviarle nelle nostre metropoli i cui sistemi sono sovraccarichi, dove potrebbero faticare a trovare un riparo e altri servizi, è sbagliato e vittimizza ulteriormente questi individui già vulnerabili”.
L’afflusso di richiedenti asilo che attraversano il confine meridionale si è intensificato verso la fine dell’anno scorso, quando si prevedeva la scadenza di una politica dell’era Trump nota come Titolo 42. La Corte Suprema, tuttavia, ha bloccato la revoca, ribadendolo con un’ulteriore sentenza la scorsa settimana.
Solo qualche giorno fa, parlando al programma radiofonico locale Sid & Friends in the Morning, Adams ha ricordato come il governatore democratico del Colorado Jared Polis abbia comunicato soltanto la sua intenzione di spedire in blocco i migranti presenti sul suo territorio.
“È ingiusto che i governi locali debbano farsi carico di questo obbligo nazionale”, ha detto più volte il sindaco durante la trasmissione. “L’amministrazione del Presidente Joe Biden deve affrontare i bisogni immediati, ha detto, e il Congresso deve lavorare sulla riforma dell’immigrazione. Abbiamo ricevuto migliaia di richiedenti asilo che hanno bisogno non solo di un riparo, ma anche di cibo, istruzione per i bambini, assistenza sanitaria, beni di prima necessità. Tutto ciò ha un impatto sulla qualità della vita di New York e sulla nostra capacità di provvedere alle necessità dei cittadini in questo momento difficile. È necessario affrontare la questione”.