1 tonnellata e mezzo. È questa la quantità di rifiuti alimentari che va a finire ogni anno nelle discariche di New York, pari al 18% dei rifiuti domestici e al 10% dei rifiuti aziendali complessivi. Cibo a volte perfettamente commestibile ma con un’unica pecca: la rapida deperibilità. Porzioni che spesso finiscono nell’immondizia alla fine della giornata perché non consumate in tempo, nonostante siano ancora integre e nutrienti.
E così, in una città dove il costo della vita (e del cibo) aumenta a livelli record, allo stesso tempo chili di pane, carne, insalata, pizza etc. finiscono dritti nel cassonetto – o nelle fauci dei roditori che popolano i marciapiedi dei cinque boroughs – perché ritenuto invendibile.
A confutare quest’ultima idea, però, ci ha pensato il dato che vede quello newyorkese uno dei mercati in più rapida crescita per i servizi di “food saving“, o risparmio alimentare. Si parla perlopiù di applicazioni scaricabili sul proprio smartphone mediante App Store o Play Store, che mettono in contatto i clienti con i ristoratori che hanno necessità di “smaltire” le rimanenze della giornata.
Un meccanismo win-win che consente ai primi di comprare dell’ottimo cibo a prezzo di super-saldo (circa un terzo del prezzo originale), e ai secondi di disfarsi in maniera profittevole degli avanzi di giornata.

La più celebre è senz’altro Too Good To Go. L’app, creata nel 2015 in Danimarca e già stabilmente presente in 15 Paesi europei (tra cui l’Italia), è sbarcata in Nord America nel settembre 2020 e nell’ultimo biennio si è estesa a macchia d’olio, replicando il successo già ottenuto nel Vecchio Continente. Cosa si può trovare? Praticamente di tutto: dalla pizza ai bagels, dai cornetti salati al formaggio stagionato, passando per tacos, succhi di frutta, barrette proteiche e persino ravioli fatti a mano!
Per utilizzare il servizio, gli utenti devono innanzitutto registrarsi, dopodiché saranno in grado di visualizzare un elenco di punti vendita nelle vicinanze che offrono una “Magic Box”, ossia del cibo rimasto. Dopo aver pagato una somma che varia, nella maggioranza dei casi, da $3,99 a $6,99, l’acquirente dovrà solo recarsi fisicamente al negozio per ritirare l’ordine nella finestra oraria indicata.
Funziona invece in maniera leggermente diversa Flashfood, un servizio fondato a Toronto circa dieci anni fa e che collabora oggi con più di 1.400 supermercati in tutto il Nord America. L’applicazione ha recentemente debuttato a New York in uno Stop & Shop del Bronx, dove la merce altrimenti destinata alla pattumiera viene venduta online a metà prezzo.
Quello di combattere lo spreco alimentare è il proposito (indiretto) anche di Crave, l’app che permette ai ristoratori della Grande Mela di accettare prenotazioni last-minute con un consistente sconto sullo scontrino (fino al 50% in meno del prezzo sul menu), bibite comprese.
Il panorama è vasto e variegato: si va da goMkt, che funziona in maniera pressoché analoga a Too Good To Go ed è presente a Manhattan e nel Bronx, a YourLocal, che offre una selezione di prodotti freschi e preconfezionati tra Manhattan e Brooklyn, passando per Food for All, che include super-offerte come insalate e hamburger a meno di un dollaro.
Il trend in ascesa del food saving non è limitato alla sola New York, ma interessa tutti gli Stati Uniti. GoMkt e Food for All prevedono infatti di espandere la propria utenza anche in altre città del Paese. Un Paese che peraltro vanta un triste primato: quello di buttare via ogni anno più cibo “buono” di qualsiasi altra nazione, più precisamente 40 milioni di tonnellate, equivalente a circa il 35% dell’intera produzione alimentare nazionale.