Donald J. Trump sarà interrogato oggi a New York dall’ufficio del procuratore generale: una svolta cruciale nella lunga indagine civile sulle sue pratiche commerciali.
La posta in gioco per l’ex presidente è altissima. Sebbene abbia partecipato a numerose deposizioni nel corso degli anni, Trump ha lottato mesi per evitare la testimonianza di questa settimana, che potrebbe influenzare l’esito dell’indagine sull’azienda immobiliare di famiglia, la Trump Organization. Se alla fine a prevalere fosse la posizione di Letitia James, procuratore generale di New York, un giudice potrebbe imporgli pesanti sanzioni finanziarie e limitare le sue attività commerciali a New York.
La deposizione arriva anche in un momento pericoloso per l’ex inquilino della Casa Bianca. Due giorni fa, mentre si trovava nel suo golf club in New Jersey, l’FBI ha perquisito la residenza di Mar-a-Lago in Florida nell’ambito di un’indagine sul materiale sensibile sequestrato dal leader repubblicano quando ha lasciato Washington. Tra le casseforti e cassetti analizzati, gli agenti hanno anche frugato nell’enorme guardaroba di Melania.
I vestiti dell’ex First Lady, che a 16 anni ha iniziato la carriera di modella firmando a 18 per una casa di Milano, sono stati setacciati per ore insieme all’ufficio privato di Trump.
Trump ha negato di aver commesso illeciti e si è scagliato contro la perquisizione degli agenti federali definendola “un’aggressione” che “potrebbe aver luogo solo in paesi disastrati del terzo mondo”.

È stato lo stesso Trump, sul suo account di Truth Social, a dare notizia della testimonianza prevista per oggi: “Stasera a New York City – ha scritto ieri – Domani incontro con il procuratore generale razzista di New York, per la continuazione della più grande caccia alle streghe della storia degli Stati Uniti!”, ha scritto. “La mia grande azienda e io stesso veniamo attaccati da ogni parte. Repubblica delle banane!”.
La sua deposizione, che arriva pochi giorni dopo le testimonianze di Ivanka e Donald Jr, rappresenta la fase finale dell’indagine descritta come “una caccia alle streghe politicamente motivata”.
La pratica in corso è di natura civile, ma lo spettro delle accuse penali incombe sulla deposizione. L’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan sta infatti conducendo un’indagine penale parallela per verificare se Trump abbia gonfiato in modo fraudolento le valutazioni delle sue proprietà.
A seconda delle risposte che Trump darà in tribunale, la sua testimonianza potrebbe dare nuova linfa all’indagine, che ha perso slancio all’inizio dell’anno. Se Trump dovesse inciampare – o incriminarsi – l’ufficio della James potrebbe allertare quello del procuratore distrettuale, che ha dichiarato che monitorerà attentamente la deposizione.