La Trump Organization, la holding che raggruppa circa 500 società dell’ex presidente, avrebbe portato avanti pratiche “fraudolente e ingannevoli” per pagare meno tasse, ottenere prestiti dagli istituti finanziari e attrarre nuovi investitori.
È l’accusa mossa dall’Attorney General di New York, Letitia James, secondo la quale la società dell’ex presidente ha gonfiato il valore di sei sue proprietà immobiliari per assicurarsi finanziamenti. Allo stesso tempo, il valore di queste stesse proprietà sarebbe stato sottovalutato per ottenere sgravi fiscali. Nello specifico i 150 mila dollari richiesti per l’iscrizione al Golf Club nella contea di Westchester sarebbero stati solo nominali, mentre nei bilanci presentati sarebbero stati indicati come fonte di reddito, così come il valore immobiliare di alcune ville intorno ad un golf club messo in bilancio anche se le ville non sono mai state costruite, o il mega appartamento da 20 mila piedi quadrati alla Trump Tower che non esiste.

Ma ci sono molte altre proprietà come quella del Golf Club in New Jersey e di un altro Golf Club in Scozia, valutati nei bilanci con cifre da capogiro, il tutto per gonfiare il valore della proprietà immobiliari date come garanzia alle banche e per cercare nuovi investitori nelle sue attività. Per questo Letitia James vuole costringere Donald Trump, come presidente della Trump Organization, e i figli, che avevano tutti ruoli dirigenziali nella holding, a testimoniare: “Abbiamo scoperto prove significative che indicano che la Trump Organization ha usato valutazioni fraudolente e fuorvianti per diverse proprietà per ottenere vantaggi, compresi prestiti, coperture assicurative e sgravi fiscali, per anni”, ha dichiarato Letitia James. “Stiamo adottando misure legali per costringere Donald Trump, Donald Trump, Jr. e Ivanka Trump a partecipare alla nostra inchiesta sulle transazioni finanziarie della Trump Organization, nessuno in questo Paese può scegliere se e come la legge si applica a loro”, aggiunge, riferendosi al fatto che finora l’ex presidente ed i figli hanno ignorato i mandati di comparizione affermando che sono il risultato di “manovre incostituzionali” e politiche dell’ufficio del procuratore.

Donald Trump e i suoi figli sono stati strettamente coinvolti nelle transazioni fraudolente sotto inchiesta, “quindi non tollereremo i loro tentativi di evitare di testimoniare”, afferma ancora la procuratrice, citando diversi esempi in cui le valutazioni fraudolente sono state approvate e controfirmate da Donald Trump.
“Le testimonianze dei Trump sono necessarie per procedere con l’inchiesta che va avanti da oltre due anni, ed è basata su almeno 900mila documenti ottenuti dalla Trump Organization e sulle deposizioni di dipendenti ed altre prove”, sostiene ancora la procura nella risposta al tentativo dei Trump di opporsi al mandato di comparizione.

L’unico membro della famiglia Trump che finora è stato interrogato è Eric Trump, che ha testimoniato alla fine del 2020, invocando per 500 volte il Quinto emendamento della Costituzione, quello che permette di non rispondere a domande che potrebbero portare alla propria incriminazione. Il legale dei figli di Trump, Alan Futerfas, sostiene che i mandati di comparizione violino i diritti costituzionali dei suoi clienti, dal momento che l’inchiesta di James è chiaramente mossa da intenti politici. Anche il Chief Executive Officer della Trump Organization, Allen Weisselberg, rinviato a giudizio a luglio dello scorso anno, nella sua testimonianza ha invocato numerosissime volte il Quinto Emendamento.
“Ci sono prove significative di frodi e manipolazioni contabili effettuate dalla holding dell’ex presidente” ribatte un portavoce della James. Ora deciderà la magistratura. L’indagine dell’Attorney General è civile e questo vuole dire che può citare in giudizio Trump, costringerlo a pagare multe e sanzionarlo, ma non ad avanzare accuse penali. L’inchiesta però procede in parallelo con quella penale che invece viene condotta dal procuratore distrettuale di Manhattan, il quale indaga proprio per stabilire se si sia trattato solo di pratiche commerciali scorrette o di una serie di truffe organizzate dai dirigenti della Trump Organization.

Ma non è solo l’Attorney General di New York a mettere in fibrillazione l’ex presidente. La Commissione d’Inchiesta della Camera che indaga sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio ha citato in giudizio quattro avvocati che erano strettamente coinvolti negli sforzi dell’allora presidente Donald Trump per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020. Rudy Giuliani, Jenna Ellis, Sidney Powell e Boris Epshteyn hanno ricevuto un’ingiunzione per presentarsi davanti ai commissari.
Il congressman Bennie Thompson, presidente del collegio bipartisan, ha dichiarato che i quattro avvocati “hanno avanzato teorie destabilizzanti e senza nessuna prova sulla frode elettorale, hanno cercato in tutti i modi di ribaltare i risultati elettorali ed erano in contatto diretto con l’ex presidente sui tentativi di fermare il conteggio dei voti elettorali”.
Ellis, invece, ha scritto due promemoria in possesso della Commissione, che delineano teorie legali inverosimili su come l’allora vicepresidente Mike Pence potesse rifiutare alcuni voti del collegio elettorale e lanciare l’elezione a Trump.
Powell ha perorato davanti ai magistrati teorie di brogli senza avere nessuna prova, “promuovendo attivamente denunce di frode elettorale per conto dell’ex presidente Trump” sia nelle cause intentate che nelle sue apparizioni sui media, affermando poi che era evidente che si trattasse di affermazioni false. Epshteyn ha partecipato a una serie di riunioni al Willard Hotel di Washington, guidate da Giuliani e incentrate sul modo per ribaltare il risultato elettorale e lasciare Trump alla Casa Bianca per un secondo mandato nonostante avesse perso le elezioni contro Biden.
La commissione d’Inchiesta inoltre ha citato in giudizio e ottenuto i tabulati telefonici associati al figlio dell’ex presidente Trump, Eric, e Kimberly Guilfoyle, ex consigliere di Trump e fidanzata di Donald Trump Jr.
I tabulati telefonici fanno parte di una nuova serie di registrazioni delle chiamate richieste alle società di comunicazione. Questi record includono le chiamate in entrata e in uscita, le date in cui sono state effettuate, la durata e gli orari delle chiamate.