Sabato 2 gennaio, date le buone previsioni che indicavano una giornata soleggiata e una temperatura di 12 ° C, una rarità per gennaio a New York, ho preso la metropolitana fino a Hudson Yards. Volevo esplorare un po’ quel lato della città e visitare la nuova Moynihan Train Hall, che ha ampliato la Penn Station, per poi continuare il cammino verso casa.
Arrivato ad Hudson Yards, mi sarei aspettato di vedere negozi e ristoranti in difficoltà, non solo perché siamo ancora alle prese con la pandemia, ma anche perché si attende quella che potrebbe essere l’ondata peggiore mai vista. Quello che ho trovato invece, è stata un’eccessiva esibizione di ricchezza che incarna le “due economie” che esistono in questa e in tante altre nazioni. Un’economia per le persone che lavorano, o lavorerebbero se potessero, e l’altra economia di Wall Street e delle sue famiglie miliardarie, quella dei CEO, banchieri, gestori di fondi speculativi, imprenditori, celebrità, ricchi ereditata, oltre a signori della droga, truffatori e trafficanti, politici corrotti e dittatori. Tutti gli altri, ovvero noi, siamo semplicemente turisti. Hudson Yards è un’area di sviluppo urbano, concepita progettata e costruita esclusivamente per la classe dei miliardari e per alcuni cugini milionari poco “più poveri”.
Mi fanno sorridere le dichiarazioni di estrema destra, che parlano di un’economia “sana” basata sul mercato azionario. Le disuguaglianze sono palesemente presenti e sempre più tragiche. La pandemia ha semplicemente esagerato le tendenze preesistenti, e Hudson Yards, che evidenzia la ricchezza illimitata, ne è la dimostrazione.