Da quasi un mese il tasso di positività a NYC è attorno al 4%, e con le ripercussioni causate dagli spostamenti per festeggiare il Ringraziamento la settimana scorsa, la percentuale potrebbe salire ulteriormente. Lo stato di New York ha riportato 8.973 contagi il 2 Dicembre e 69 decessi, mentre la New York City 3.200 nuove infezioni e 10 decessi. Fra i focolai in città figurano Gravesend, un quartiere a Brooklyn e Breezy Point, un quartiere nel Queens.
Sembra che la prima dose del vaccino contro il COVID-19 arriverà a New York City già il 15 dicembre: a riceverlo per primi saranno gli operatori sanitari ad alto rischio ed i residenti e personale delle case di cura. Entrambi i vaccini Pfizer e Moderna saranno distribuiti questo mese: Pfizer il 15 dicembre, Moderna il 22 dicembre, secondo quanto ha annunciato il sindaco Bill de Blasio nel suo briefing quotidiano con la stampa giovedì.
La città sta lavorando con l’ufficio del governatore Andrew Cuomo su un piano di distribuzione, che include oltre 400.000 dosi nel mese di dicembre. Il sindaco ha affermato che ci vorranno almeno alcuni mesi prima che il vaccino possa essere ampiamente distribuito a tutti i newyorkesi, con priorità a chi ne ha bisogno, compresi quelli che vivono nei quartieri più profondamente colpiti dal coronavirus. “Durante questo processo lavoreremo alla distribuzione più rapida ed efficace possibile,” ha detto il sindaco su Twitter. “Perché più velocemente possiamo muoverci e più possiamo istruire e coinvolgere le persone, più i newyorkesi saranno al sicuro”.
Il sindaco de Blasio, dopo che la città aveva riportato un tasso di positività del 3% per due settimane consecutive, aveva chiuso l’intero distretto scolastico il 19 Novembre: migliaia di giovani erano tornati ad un’educazione completamente da remoto. Ora le scuole riapriranno il 7 Dicembre, ed il sindaco informa che uno shutdown completo come quello appena verificatosi non succederà più. La riapertura sarà graduale: la priorità sono i più piccoli, dal nido fino alla quinta elementare. Per i più “grandi”, ancora nessuna data certa su quando potranno rientrare ai banchi scolastici, ma De Blasio ha insinuato che potrebbe non verificarsi sino a Gennaio, dopo il rientro dalle feste natalizie.

La strategia di contenimento del coronavirus sia del sindaco sia del Governatore Andrew Cuomo è quella dei “micro-cluster”: NYC è una città immensa, ed il modo più efficace per tenere sotto controllo le infezioni è di adottare mini lockdown nei quartieri dove la percentuale di contagi è in aumento. Al momento, queste sono le zone più a rischio: Gravesend/Homecrest a Brooklyn (8.47%), Cypress Hills/East New York (7.22%), e Bensonhurst/Mapleton (6.76%).
Nello specifico, il tasso di infezione da coronavirus a Gravesend, Brooklyn è salito così in alto nelle ultime settimane che ora è il secondo più alto a New York City. Secondo i dati, poco meno dell’8,5% dei tamponi è risultato positivo tra il 22 e il 28 novembre. Ad inizio Novembre, il quartiere aveva registrato circa il 3,2% di positività: il rapido aumento è quindi allarmante e drammatico. Tale percentuale dell’8,47% è la seconda più alta dei 177 quartieri di NYC, ed è solo 0,3% di meno dal tasso di infezione più alto nella città, localizzato a Breezy Point, nel Queens.

L’intera NYC è in difficoltà durante questa seconda ondata di COVID-19: questa settimana il numero di ospedalizzazioni a causa del virus ha raggiunto i numeri di Giugno. Oltre 1.100 newyorkesi sono ricoverati al momento, il doppio rispetto a due settimane fa. Cuomo ha ricordato su Twitter di non uscire di casa e di evitare gli assembramenti: “Il numero di ospedalizzazioni ha raggiunto il limite,” ricorda Cuomo. “Non vuoi dover occupare un posto letto che potrebbe andare a qualcuno che ne ha più bisogno. Metti la mascherina, stai a casa.” Lunedì, infatti, nell’intero stato si sono registrati 3.532 ricoveri, che è più o meno lo stesso livello del 23 marzo, quando l’Elmhurst Hospital nel Queens è stato sopraffatto dai pazienti COVID-19, ha detto Cuomo.

Si intravede però una speranza: quando de Blasio aveva chiuso le scuole, a metà Novembre, la percentuale di positività era aumentata dell’85% rispetto alle due settimane precedenti. Al momento, la città ha una media di 2.511 casi al giorno, un aumento del 50%. Sembra che le misure di prevenzione stiano quindi avendo i risultati desiderati, ma nonostante ciò i numeri sono comunque preoccupanti.
NYC aveva raggiunto il suo picco di contagi attorno al 10 Aprile, circa 5.000, per poi rimanere su una media di 2-3.000 contagi giornalieri, gli stessi numeri di questo autunno. New York City, infatti, che ad inizio pandemia era stata l’epicentro, era riuscita ascendere drasticamente: per tutti i mesi estivi la percentuale riportata era meno dell’1%. Le zone maggiormente colpite, tutt’ora come ad inizio Marzo, sono ancora i borough di Brooklyn, il Queens, Staten Island, ed il Bronx, la cui popolazione è maggiormente afroamericana e ispanica.
L’intera Grande Mela potrebbe diventare una “zona rossa”, se la media dei risultati positivi ai tamponi raggiungesse il 4% per 10 giorni consecutivi. NYC è al 4,14% in questo momento e se i numeri resteranno gli stessi, ciò comporterebbe la chiusura di ogni business non-essenziale, ritornando alla stessa situazione dei primi mesi della pandemia, quando era tutto chiuso fatta eccezione per farmacie e supermercati. I prossimi giorni saranno fondamentali per capire se il trend delle infezioni scenderà, e se i cittadini hanno rispettato le raccomandazioni di emergenza del CDC riguardo il Thanksgiving. Gli esperti, purtroppo, non sono ottimisti, e si aspettano un esplosione di nuovi contagi a seguito degli spostamenti.