Le temperature rigide di questa settimana, con -15/20 gradi Celsius, hanno suscitato tanta curiosità su come si gestisce la vita a Manhattan coi bambini. Domande tipiche di questi giorni: “Cosa fai quando c’è neve? Come vai in giro? Ma esci? Come ti vesti?”.
Una recente visita di alcuni amici che hanno abitato da single a New York per quasi un decennio, e genitori solo da quando vivono a Los Angeles, mi ha portato a riflettere su come effettivamente sia più difficile la vita d’inverno, coi bimbi, in città, in più senza una macchina. Quando si esce bisogna fare la check-list delle cose essenziali sull’uscio della porta: cappotto, guanti, sciarpa, cappello, ombrello, carrozzina con coperta di plastica, coperta interna. Preso! Raddoppia per mamma e bambina, con aggiunta di complicazione quando bisogna piegare la carrozzina sia in taxi che in bus (meno male non in metropolitana!). Tutto, invece, risulta più facile quando si possiede una macchina, e le temperature non sono a livelli assurdi di -20 come negli ultimi giorni, e ci si sente meno appiccicati con tutti i mille strati di vestiti che sono necessari per uscire.
Dunque: sì che si esce, e ci si veste a strati. Come in tutto, la pratica ci rende perfetti! Mai e poi mai avrei immaginato di vivere in uno stato dove facesse così tanto freddo d’inverno, con temperature che non avevo mai visto in vita mia. E pensare che ho sempre desiderato vivere su un’isola! Beh, il mio sogno si è realizzato solo per metà. Dopo dodici stagioni invernali a NY, venendo dalla terra del sole, oramai “ho imparato a fronteggiare con coraggio il freddo”, limitandomi ad usare i taxi durante tempeste di neve con forti venti. Mi sono, dunque, armata dei seguenti indumenti per camminare in giro, come se nulla fosse: cappotto impermeabile termo (Postcard, Sam, Patagonia, Canada Goose); scarponi da neve alti, bassi, impermeabili, e caldi dentro (Timberland, Sorel, UGG); cappello e guanti North Face, con rivestitura morbida che blocca vento e umidità pur mantenendo le mani calde e asciutte, con palmo in silicone antiscivolo per una presa migliore nel caso il vento faccia scivolare la carrozzina sul pavimento ghiacciato (successo ieri!).
E per la bimba? E come fai con la spesa? La risposta: una carrozzina resistente e tanti accessori indispensabili, quali ad esempio il 7 A.M. Enfant footmuff nel quale Victoria si rinchiude “a salsiciotto”, i guanti che si attaccano alla carrozzina e la plastica antipioggia paravento! Non ho ancora trovato il coraggio di liberarmi della mia carrozzina Uppavista, dove a stento Victoria riesce ad entrare, per un duplice motivo. Uno, è il mio motorino (anche il prezzo equivale, purtroppo) con ruote forti e resistenti, con cui accompagno la piccola in giro a velocità sbalorditiva. È bensì anche il mio carrello-trasporta-spesa. Nonostante l’abbonamento a siti che consentono la spedizione della propria spesa direttamente fuori la porta, quali ad esempio Amazon Prime, Google Express, Instacart, FreshDirect, oppure cooperative biologiche indipendenti, io adoro ancora andare al supermercato a scegliere della frutta e verdura fresca, anche d’inverno.

Dunque, a New York è difficile fermarsi, anche con la neve! C’è, infatti, sempre tanto da fare sia all’aperto che al chiuso. Una delle attività da noi preferite è il pattinaggio sul ghiaccio. Le piste più mirate sono quelle di Central Park, Bryant Park, Rockefeller Center e ora anche Brookfield Center, dove si può affittare i pattini oppure pagare un biglietto d’ingresso se si possiedono i propri pattini; c’è anche un armadietto dove poter lasciare tutti i propri oggetti, ovviamente sempre a pagamento. Si può altresì sciare a Central Park con le slitte, il che è molto più inquietante giacché è difficile individuare le rocce imbiancate. Se si vuole stare al caldo, invece, basta recarsi ai tanti musei di cui la città gode: museo della scienza e di storia naturale, museo dei bambini (CMOM), museo dell’arte, MoMa, MET, Guggenheim, la Historical Society, FAO Swartz (ha finalmente riaperto!), American Girls store, Eloise at the Plaza. Tutto ad un costo, quello del biglietto d’ingresso e degli acquisti forzati (quando la solita passeggiata al negozio risulta in un danno per la carta di credito!).

Nonostante la mia propensione ad impigrirmi durante l’inverno, e a voler tenere la bimba a scuola per le attività extracurriculari piuttosto che giocare fuori al freddo, ho lasciato che le tante amiche dell’Europa del Nord o russe mi mettessero la pulce nell’orecchio sul fatto che forse stare fuori non faccia poi così tanto male, come noi mamme italiane siamo abituate a pensare! Ciò che mi ha fatto davvero riflettere sull’argomento è stato un articolo pubblicato nel 2017 dall’Huffington Post intitolato “Go Outside! A Swedish Mom Explains the Benefits of Raising Outdoor Kids” (Esci! Una madre svedese spiega i benefici di crescere i propri figli all’aperto). L’autrice, svedese, ha pubblicato un libro sull’importanza per i bimbi in età infantile di giocare, e soprattutto di farlo all’aperto, tenendo appunto in conto la differenza tra il modo di giocare in Svezia e in Indiana, Stati Uniti.
Nonostante i miei progressi con la neve siano stati notevoli sinora, non ho ancora raggiunto il grado di sicurezza e di simpatia verso le attività all’aperto delle mamme svedesi. Ancora cammino sulla neve come un’austronauta nello spazio, ancora grido dietro alla piccola che gioiosamente ci corre sopra, dimenticando che per lei quella distesa bianca fa parte della sua vita. Mamma ama il sole, lei ama la neve. Devo, purtroppo, accettarlo.