Vedere gli occhi trasparenti di Vesna. Vedere il mare di Lussino. Rivedere gli occhi di mio nonno. Talvolta accadono incontri che cambiano il tuo futuro perché hai deciso di ritornare nel passato. Ma ci vuole sempre un angelo custode. Qualcuno che ti chiama e indica la via. Ancora una volta il mio angelo è stata Nena Komarica. Colei che cinque anni fa, quando dirigeva l’agenzia del turismo croato a New York, mi invitò a tornare nelle acque dei mie avi. Il mare tra le isole: il Quarnaro. Oggi si chiama Kvarner e si trova al nord della Croazia. Bagna quei brandelli di terra che in tempi antichissimi furono chiamati Absirtidi. Absirto era il fratello di Medea, principessa della Colchide, la quale fuggì con l’eroe greco Giasone dopo averlo aiutato a rubare il vello d’oro. Absirto li inseguì fino nell’alto Adriatico dove Giasone lo smembrò gettando i suoi resti nel mare. Forse i misteriosi Liburni, primi abitanti di queste isole, provenivano proprio dall’Asia Minore, perché quello che hanno trasmesso alle generazioni è l’anima di naviganti e il gusto del bello.
Veglia, Cherso, Lussino, Arbe, Pago: cinque isole belle come i giovani che le abitano, tanto da lasciare strabiliate le mie colleghe americane.

Mio nonno era nato a Lussinpiccolo (oggi: Mali Losinj) che, va subito detto, è molto più grande di Lussingrande (Veli Losinj), il che ha sempre generato non solo confusione ma rivalità tra i residenti. Se vogliamo poi aggiungere che per secoli queste isole sono state ambite terre di conquista per la loro posizione strategica lungo il corridoio dei commerci tra l’impero ottomano, l’impero austro-ungarico e Venezia, è comprensibile come anche in questi paesini si formassero le fazioni per le diverse potenze. Ma una cosa accomunava tutti: l’appartenenza alla cristianità, tanto che soprattutto nell’isola di Lussino si rifugiavano gli indomiti pirati Uscocchi i quali avevano fatto della cattura delle navi musulmane il motivo della propria esistenza. Un po’ per guadagno ma molto perché sapevano con chi avevano a che fare; perciò non avevano nessuna intenzione di lasciar passare nel proprio mare navi commerciali turche, visto che i turchi continuavano a cercar di sfondare i confini orientali e meridionali della cristianità. I lussignani nel medioevo non erano, diciamo, ospitali ad oltranza; in effetti l’ospitalità dovrebbe reggersi sulla fiducia reciproca consolidata dalla consuetudine ed attestata da patti cogenti, altrimenti è sciocco buonismo, che denota l’ignoranza opportunistica di chi governa oggi l’Europa.

Sono stata accolta ed ospitata come una regina nel lussuoso Hotel Bellevue, cinque stelle adagiato nella rigogliosa baia di Cigale (Cikat) che nell’Ottocento era la meta preferita degli Asburgo. Il gruppo alberghiero Jadranka, che detiene i 6 migliori alberghi di Losinj e diversi ristoranti, può accogliere fino a 3mila e 500 ospiti l’estate, mentre i suoi campeggi arrivano a 8 mila presenze. E’ stato acquistato da un costruttore croato che lavora all’estero e che, per sviscerato amore verso un’isola dove ha trascorso tutte le estati della sua giovinezza, ha fatto un investimento di 100 milioni di euro, a cui seguiranno altri 200, per riportare agli antichi splendori gli edifici della baia puntando sul lusso e la qualità. Se il moderno Hotel Bellevue si caratterizza per la spaziosità degli ambienti e delle camere con profonde terrazze che si affacciano sul mare, il mitico Hotel Alhambra è un boutique hotel, costruito nel 1912 dall’architetto viennese Alfred Keller. Collegato a Vila Augusta, costituisce davvero una meta di charme. E per chi non bada a spese c’è la possibilità di affittare l’incantevole Villa Hortensia con chef, piscina d’acqua di mare e spiaggia privata per una cifra che va dai 7 ai 10 mila euro il giorno, ma considerando che vi possono risiedere 20 persone il costo diventa uguale a quello del soggiorno in albergo in alta stagione.
Dall’Hotel Bellevue si gode una vista superba della baia turchese in cui si specchiano verdissimi pini marittimi; sembra un grande lago con un piccolo varco sul mare infinito, sovrastato dalla chiesetta dell’Annunziata. E’ proprio qui che le navi arrivando dall’America venivano messe in quarantena, prima di entrare nel porto di Lussinpiccolo. E’ qui che le donne si struggevano per i loro uomini scrutando l’orizzonte. E’ da qui che in cerca di fortuna si partiva spesso senza più fare ritorno, ma sognando tutta la vita quel ritorno.

Ma dal mare, dopo diversi anni di restauro, è arrivato il bronzeo Apoxyomenos, un atleta slanciato nell’atto di detergersi il sudore, probabilmente immortalato dallo scultore greco Lisippo intorno al 330 a.C. Per le perfette proporzioni del corpo, Apoxyomenos sembra più lussignano che greco e come tale è stato festeggiato la notte del 30 aprile. Ma dopo una notte magica come quella – Apoxyomenos che usciva dall’acqua come un fantasma luminoso, Apoxyomenos di cui si poteva ammirare soltanto una parte del suo corpo per volta dagli oblò dei vari piani del museo che conducevano infine alla sua magnifica plasticità – me lo sono vista seduto mollemente nel fondo della Mercedes che ci riportava in albergo. Il suo sorriso mi è parso valere più di tutti quei muscoli. Ma si sa, la notte è per sognare.
L’indomani al mio risveglio mi sono esaminata davanti allo specchio e ho pensato che nella situazione fisica in cui mi trovavo potevo al massimo spogliarmi davanti ad una massaggiatrice: mi sono fiondata alla SPA Clinic dell’Hotel pensando di porre rimedio a una settimana di pranzi e cene luculliane. Devo dire che sono stata sottoposta a un eccezionale trattamento body and soul, il cui rituale mi ha fatto ritornare in pace con me stessa.
E meno male che ogni albergo è dotato di fantastiche SPA, perché le tentazioni enogastronomiche dei vari ristoranti del gruppo Jadranka non sono arginabili. Dunque mi sono mangiata nell’ordine: risotto al tartufo e fois gras, risotto al nero di seppia, risotto con scampi, tutti i pesci dell’Adriatico accompagnati da scampi e calamari, filetto di Boscarina (vitello istriano), prosciutto dalmata, pecorino di Pago, l’agnello no (mangio al massimo un po’ di manzo, considerato che fino a 16 anni sono stata una vegana ante litteram) ma dicevano che era delizioso, e stendo un velo sui dolci, per pudore. Fortunatamente sono quasi astemia, ma non ho potuto non provare i sontuosi vini francesi che ci sono stati offerti, tra cui quelli istriani non sfigurano per niente. Anzi direi che il costoso vino francese di Angelina Jolie di buono ha solo la bottiglia di vetro.
Abbiamo pranzato in riva al mare da Borik, un mediterranean bar, gestito da uno degli Apoxyomenos dell’isola. Abbiamo veleggiato fino alla vicina isola di San Pietro ai Nembi, ossia Ilik, guidati da un altro bronzeo skipper del luogo. Va sottolineata l’avvenenza dei locali perché è un motivo in più per trascorrere le vacanze a Lussino. E le donne non sono da meno: non so quale albergo abbia la receptionist con gli occhi più belli. Soltanto su questa sponda dell’Adriatico le donne ridono con gli occhi: è un detto, ma posso confermare.
Un altro motivo per venire a Lussino però è il Marine Medical Center, diretto dalla dottoressa Anamarija Margan Sulc, che da vent’anni insegna a respirare per dire addio alle malattie respiratorie croniche. Tre settimane, assicura, portano alla guarigione, grazie al particolare microclima che si viene a formare tra i venti che scendono dal monte Velebit e lo iodio che sprigiona il mare del Quarnero. Il centro di riabilitazione polmonare si trova nel quattro stelle Vitality Hotel Punta che sovrasta l’incantevole paesino di Veli Losinj.
Ogni sera trovavo sul guanciale un cioccolatino e una frase augurale. “Life always prepares surprises. The one is called tomorrow. May all your dreams come true”. Il cioccolatino l’ho riposto, ma mi sono mangiata la frase perché vivere di sogni è la realtà vissuta meglio.