La notizia è che, forse per la prima volta, l’indignazione della Sicilia dinnanzi all’ennesimo attacco mediatico, fa notizia a livello nazionale. Parliamo dell’ultimo regalo che la Rai ha riservato ai Siciliani, paragonati, in diretta su Rai 1, nel corso della trasmissione Unomattina, a degli stupratori. Paragone talmente offensivo da avere scatenato una veemente protesta sul web di cui hanno preso atto anche i giornali nazionali. Non è la prima volta che alla Sicilia vengono riservati trattamenti simili, ma raramente i giornali si sono accorti della reazione dei Siciliani.
Comprenderà lo stupore chi, come noi, ormai è abituato ad una stampa che di pregiudizi sulla nostra isola si nutre quotidianamente. Attacchi di ogni genere, menzogne che diventano titoli e mai spazio a voci diverse da quelle degli indifendibili politici siciliani. Ne abbiamo letto di tutti i colori, soprattutto contro uno Statuto, quello siciliano che in pochi hanno letto ma che la propaganda ufficiale ha deciso di condannare. Un atteggiamento, quello della stampa nazionale nei confronti di tutto il Sud, denunciato in più occasioni dalla Svimez, l’Associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno, che ha puntato il dito contro quella “pubblicistica intrisa di pregiduizi che distorce la realtà del Sud”. Ma nulla è mai cambiato.
Andiamo con ordine. Che è successo stavolta? Sabato mattina, 16 Gennaio su Rai 1, nel corso di una trasmissione molto seguita e che si chiama Unomattina, si è parlato dei fatti di Colonia. Delle molestie, cioè, che le donne tedesche, nella notte di Capodanno, avrebbero subito da immigrati presumibilmente musulmani (così si racconta). Ebbene, tra gli ospiti del conduttore Tiberio Timperi, ecco il giornalista Carlo Panella, che parlando dinnanzi a milioni di italiani, ha paragonato i Siciliani a questi presunti stupratori o molestatori che dir si voglia: “Dietro Colonia – ha detto Panella – c’è la dinamica del branco, un gruppo di maschi ubriachi, testosterone, che fanno le porcate che facevano i maschi in Sicilia e che forse fanno ancora oggi”. Avete letto bene. I Siciliani, secondo questo signore, sarebbero porci come minimo, se non stupratori. La trasmissione prosegue. Con una Giulia Bongiorno, noto avvocato che vive a Roma ma di origini siciliane, che non dice nulla. Con un Timperi che farfuglia qualcosa, ma niente di che. (Qui il video della puntata di Unomattina: al minuto 12, il delirio di Panella).

A quanto pare, dopo una pausa, Timperi avrebbe preso le distanze dalle dichiarazioni di Panella. Così fa sapere uno degli autori della trasmissione intervenuto su Facebook, dove intanto montava la protesta dei Siciliani. Il primo a dare la notizia dell’insulto è stato il blog, inuovivespri.it. Notizia che esplode sui social provocando sgomento e indignazione. La pagina della trasmissione viene inondata da commenti al vetriolo. Ma non c’è nessuna risposta ufficiale, se non, come detto, il commento di uno degli autori che sulla pagina di una collega, precisa che anche lui è indignato, ma che non è responsabilità della Rai. Non manca chi gli fa notare che la Rai, servizio pubblico, avrebbe il dovere di scusarsi ufficialmente con i Siciliani. Ma niente.
Migliaia di Siciliani intervengono su diverse pagine e diversi gruppi. La condanna è unanime. Il primo comunicato stampa sul caso è di Siciliani Liberi, il movimento fondato dal professor Massimo Costa, che non solo chiede le scuse della Rai, ma esorta i magistrati ad intervenire immediatamente ed “iscrivere immediatamente il signor Panella nel registro degli indagati, e a processarlo per direttissima, per la estrema gravità delle affermazioni sostenute, nonché la Regione Siciliana ad intentare causa civile, in nome e per conto dei Siciliani, per chiedere il ristoro dei danni morali e materiali derivanti dall’inaudita e delirante affermazione, il cui gettito sarà da devolvere in beneficenza”. Il movimento minaccia, in caso di silenzio, “una campagna di obiezione fiscale contro il pagamento del canone Rai”.
Non è il solo. Il movimento Terra e Liberazione fa circolare una diffida da presentare al Tribunale di Roma contro Carlo Panella e annuncia un esposto alla Commissione Vigilanza Rai.
Cosa che fa anche il Movimento Sicilia Nazione che annuncia querela:“Attendiamo che la Regione Siciliana quereli la Rai, il conduttore Timperi e il giornalista Panella – ha dichiarato il coordinatore di Sicilia Nazione Gaetano Armao – per avere arrecato offesa grave all’onorabilità della Sicilia e dei siciliani. Se questo non dovesse accadere a breve, Sicilia Nazione si farà carico di presentare la suddetta querela, fornendo assistenza legale a chiunque intendesse presentarla a sua volta”.
Tacciono i politici siciliani. Fatta eccezione per Pino Apprendi, dirigente del PD siciliano che sulla sua pagina Facebook scrive: “Il Sud povero è servito a fare ingrassare il nord. Cinema e televisione hanno fatto cassa con i racconti di mafia. Uomini coraggiosi si sono immolati per la legalità. La politica è stata inadeguata e non ha creato sviluppo alternativo alla grande industria del nord. Quello che ha detto il sig. Panella, sui siciliani, va censurato, aspettiamo che si pronunci l’ordine dei giornalisti. Il sig. Tiberio Timperi deve essere sospeso”. E per Vincenzo Figuccia, vicecapogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana, che annuncia una interrogazione parlamentare: “Mi farò portavoce di un’interrogazione parlamentare con la quale chiederò di intervenire presso il Governo nazionale per sanzionare l’accaduto”.
Ma la notizia, come detto all’inzio, è che alla rabbia dei Siciliani hanno dato voce i media nazionali (qualcuno lo ha definito un miracolo). Ha cominciato Repubblica, poi anche il Giornale.it, e poi Libero.it. Altri se ne stanno aggiungendo proprio in questi attimi.
Che succede? I siciliani cominciano ad essere rispettati e non considerati come cittadini di serie Z? E’ troppo presto per dirlo. Ma è già qualcosa.