Ahmed Al-Ghazzali, considerato il grande dottore dell'Islam disse: “Il matrimonio è un tipo di schiavitù perché la moglie diviene la schiava di suo marito ed è suo dovere obbedire assolutamente a lui in tutto ciò che egli richiede da lei eccetto in ciò che è contrario alle leggi dell’Islam”.
Noi occidentali, almeno la maggior parte di noi, non la pensiamo così. Fortunatamente. Ma sono parecchie le donne italiane che rimangono sempre più spesso affascinate dai “Musulmani”. Una cultura diversa dalla nostra anni luce, che porta, spesso, la donna a rimanere inizialmente ammaliata dai modi garbati e dalle attenzioni di uomini di ‘altri tempi’. Premurosi, fedeli e desiderosi di vedere la propria donna felice in tutto. Non è così, almeno lo è solo inizialmente. Non sono io a dirlo, ma lo dicono le notizie di cronaca che ogni giorno ascoltiamo, lo dicono le testimonianze di tante donne occidentali, che poi si pentono amaramente delle loro scelte.
Nei giorni scorsi, nel noto programma televisivo Le Iene, su Italia Uno, Mauro Casciari si è occupato della storia di una donna di Torino, la cui figlia di soli sei anni è stata rapita dal marito di origine marocchina e portata in Marocco. La stessa ragazza ha raccontato di come i problemi siano iniziati cinque anni dopo il loro matrimonio, dopo furiose liti su come educare la propria bimba. L’uomo comincia a picchiare sua moglie, finisce in carcere per sette mesi, poi gli vengono concessi i domiciliari. Ma il 14 febbraio di quest’anno decide di fuggire in Marocco e di portare con sé la figlia.
Storie come queste, ce ne sono tantissime. In base al Corano “gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui
temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande”.
Le donne, quindi, sono inferiori agli uomini e sono sottomesse a loro. Se non obbediscono, possono pure essere picchiate. In arabo battere significa "carezzare"? La forma verbale usata in questo versetto proviene dalla radice DaRaBa che significa battere, picchiare. Spesso gli estremisti islamici cercano matrimoni con donne occidentali con il solo intento di ottenere la cittadinanza del Paese natio delle mogli. Promettono loro mari e monti e lo fanno solo allo scopo di avere dei figli e portarli nei loro Paesi d’origine, per imporgli la loro cultura islamica radicale e crescerli nel loro mondo.
Non sempre le donne occidentali accettano di andare a vivere nei loro luoghi e questo genera le fratture familiari. Le donne vengono picchiate (perché questa è la loro cultura) e i bambini o le bambine vengono letteralmente strappate alla madre e portate nei loro Paesi. Una volta giunte lì non hanno possibilità di essere riaffidate alla madre, perché costoro hanno la doppia cittadinanza e come cittadini di un Paese islamico hanno l’obbligo di sottostare al padre.
Sono rari i casi in cui un musulmano si converte in una religione occidentale. L’Islam è il fondamento dello Stato e da li vengono emanate le leggi penali (Sharia) e Civili. A regolare queste leggi, di solito, è un giudice predicatore esperto del Corano. Non esistono laicismi, né tantomeno ci si può discostare dal Corano, mentre da noi, in duemila anni, abbiamo assorbito, tramite giurisprudenza, il fantastico corollario del diritto civile e penale romano. Libero stato laico in libera Chiesa. La religione non può, in Occidente, intromettersi nelle leggi dello Stato e della politica, al contrario del mondo islamico, vecchio di mille anni e mai evolutosi.
Mi chiedo: è giusto per un occidentale accettare volontariamente questo tipo di vita sociale e statale, abbandonando duemila anni di storia e di progresso, sottomettendosi a questo tipo di cultura? E’ giusto che gli islamici che in Occidente si trovano male (anni luce lontani dal loro mondo) vengano a vivere da noi? E fino a che punto è giusto che le donne e gli uomini occidentali sposino, rispettivamente, uomini e donne di religione islamica se non accettano a trecentosessanta gradi la loro cultura? Ai posteri l’ardua sentenza.
Foto tratta da matrimonionoproblem