Un ace di seconda palla, le braccia larghe in segno di vittoria e nient’altro. Senza più forze. Come il suo avversario che l’attendeva a metà a campo per la stretta di mano, virata nell’abbraccio di due pugili sfiniti. L’incontro tra Musetti e Miomir Kecmanovic, secondo turno degli US Open, si è chiuso così dopo tre ore e 48 minuti di boxe violenta e senza respiro. Il numero due italiano, testa di serie 18 del seeding, l’ha spuntata al quinto set quando pareva che fosse finita. Sotto 4-5, ha riacciuffato la partita per i capelli annullando due palle match e pareggiando i conti.
La svolta è arrivata nel game successivo. Il serbo ha ceduto quasi di schianto dopo aver visto il successo passargli vicinissimo, senza però riuscire ad acciuffarlo, ed è stato break. Quasi una formalità la chiusura del carrarino: 7-5 in un amen e tutti a casa, giusto un attimo prima che la pioggia martellasse gli spettatori appostati sulla tribunetta del campo cinque.
È stata una maratona a fasi alterne. Inizio disastroso di Lorenzo, che pareva quello dei giorni peggiori. Approssimativo, disordinato, poco attento, senza un piano chiaro in testa, perfino trasandato nell’aspetto; tutto il contrario Kecmanovic, semplicemente perfetto in pressione con la preziosa tendenza a spazzolare le righe. È lì che s’è visto il vecchio Musetti, alla ricerca di un impossibile contraddittorio con il coach Tartarini nel box per ripiegare sui soliloqui marchio di fabbrica delle tante sconfitte di un passato recente. Ed è lì che invece è venuto fuori il giocatore maturo degli ultimi mesi: quello della finale al Queen’s, della semifinale a Wimbledon, del bronzo olimpico di Parigi.
Archiviato il primo set con un ineccepibile 6-3 al passivo, pian piano si è tirato fuori dalla buca approfittando anche dei graziosi regali del rivale. Si è messo dunque in tasca un 6-4 utile a pareggiare provvisoriamente i conti, prova tangibile che la partita stava girando. La tendenza favorevole è proseguita nel terzo set, punteggiato da una serie di palle break non trasformate. Che comunque hanno destabilizzato progressivamente Miomir, costretto a immani fatiche per tenere il servizio. L’inevitabile s’è materializzato nella stretta finale, con un ace a sigillare il 6-4 del Muso passato di slancio in vantaggio.
Tutto fatto? Mai dire mai. Il serbo che pareva al lumicino ha trovato in fondo al sacco la forza per contrattaccare, malgrado avesse speso un consistente patrimonio di energie nel terribile primo turno: un match concluso in maniera drammatica, con il giapponese Nishioka stramazzato sul cemento e costretto al ritiro, vittima di un collasso da afa e umidità. Ritrovata potenza e geometria, Miomir ha preso a comandare costringendo Lorenzo a perdere campo di conseguenza. Senza storia il parziale: 6-2 e palla al centro.
Il quinto set è stato una lotta a distanza ravvicinata, con il serbo a menare diretti e ganci e l’italiano a rispondere da incontrista, tra giochi di prestigio e recuperi formidabili. Con il finale thrilling già raccontato. Musetti continua dunque miracolosamente la corsa: prossimo avversario sarà l’americano Nakashima, che finora ha lasciato briciole agli avversari. L’unico precedente, recentissimo, è stata una battaglia sull’erba vinta dal maghetto toscano, in uno spicchio di tabellone orbo della testa di serie Rune. È un’occasione per entrambi: sarà battaglia, perfino inutile dirlo.